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E' stato approvato ieri (17 gennaio 2023) un emendamento all’art. 2 del cosiddetto “Decreto Priolo” (DECRETO-LEGGE 5 dicembre 2022, n. 187, recante misure urgenti a tutela dell'interesse nazionale nei settori produttivi strategici), che prevede un aggiornamento alla normativa sul golden power in relazione ai cavi in fibra ottica che verranno utilizzati per la realizzazione dell’infrastruttura di rete:
«Art. 2-bis
(Misure a tutela degli interessi nazionali nel settore delle comunicazioni)
1. In considerazione del carattere strategico dell'infrastruttura di rete in fibra ottica e al fine di assicurare l'interesse nazionale ad una rete che garantisca servizi altamente performanti in banda larga e ultra larga, all'articolo 1, comma 6, lettera a), della legge 31 luglio 1997, n. 249, dopo il numero 4) è inserito il seguente:
"4-bis) sentito il parere del Ministero delle imprese e del made in Italy e nel rispetto della normativa europea e internazionale, individua, per i cavi in fibra ottica, le caratteristiche tecniche e gli standard cui devono attenersi gli aggiudicatari dei bandi per la realizzazione dell'infrastruttura di rete, in modo da assicurare adeguati livelli qualitativi e prestazioni elevate di connettività;"».
L’emendamento, presentato dalla maggioranza di governo, mediante l’indicazione della necessità di definire standard obbligatori di qualità per le reti ottiche, strategiche per il Paese, tenta evidentemente di porre un argine al dumping cinese sui cavi in fibra ottica.
Questo rappresenta a nostro avviso un fatto positivo.
Come CGIL abbiamo sempre sostenuto la necessità di sfruttare questa straordinaria fase di transizione digitale per garantire la valorizzazione degli asset che compongono l’intera filiera delle Tlc nel nostro Paese, sfuggendo ad una logica che affida al mercato le scelte da compiere.
Fissare dei paletti legati alle caratteristiche tecniche di cui le reti dovranno essere dotate avrà a nostro avviso il duplice vantaggio di garantire prestazioni di connettività migliori e più sicure, e al tempo stesso, promuovere lo sviluppo tecnologico delle industrie italiane e dell’occupazione.
Nel corso della discussione di ieri in Commissione Industria al Senato, non è stato invece approvato un emendamento con il quale si chiedeva di includere tra le aziende "energivore" anche le imprese di Tlc, considerate strategiche ai sensi della disciplina del golden power, il cui consumo di energia elettrica sia pari ad almeno 150 gigawattora/anno.
Sulla probabile rimodulazione e dunque possibile futura approvazione di quest’ultimo emendamento vi terremo aggiornati.