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Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (GU n.219 del 13-09-2021) del “Piano isole minori” il Ministero dello Sviluppo economico ha dato il via al progetto che prevede la realizzazione di un'infrastruttura per la banda ultralarga e l'incremento della copertura delle reti mobili (anche 5G) in 19 isole di Lazio, Puglia, Sicilia, Toscana e Sardegna.
L'investimento complessivo ammonta a 60,5 milioni di euro e prevede la realizzazione di un backhaul ottico da rendere accessibile a tutti gli operatori attraverso PABS (Punti di Accesso al Backhaul Sottomarino).
“Gli interventi di cui al presente decreto sono finanziati in prima istanza a valere sulle risorse relative al periodo di programmazione 2014-2020 di cui alla delibera CIPE 7 agosto 2017, n.71 e alla delibera CIPE 6 agosto 2015, n.65, per un ammontare massimo di risorse pari a 60.500.000 milioni di euro (comprensivi di Iva). Dette risorse potranno essere utilizzate a carico del PNRR definitivamente approvato".
Per la realizzazione delle infrastrutture la scelta è quella di indire specifici bandi di gara, mentre la gestione e la manutenzione verranno affidate a Infratel Italia S.p.A. (le infrastrutture saranno di
proprietà dello Stato).
L’obiettivo è quello di dotare di backhaul ottico gli arcipelaghi italiani entro il 2023.
Queste sono le 19 isole minori interessate:
- Capraia (Toscana)
- Levanzo (Sicilia)
- Marettimo (Sicilia)
- Stromboli (Sicilia)
- Alicudi (Sicilia)
- Panarea (Sicilia)
- Filicudi (Sicilia)
- Salina (Sicilia)
- Lampedusa (Sicilia)
- Linosa (Sicilia)
- Pantelleria (Sicilia)
- Ustica (Sicilia)
- Ponza (Lazio)
- Ventotene (Lazio)
- Santo Stefano (Lazio)
- San Pietro (Sardegna)
- Asinara (Sardegna)
- San Nicola (Puglia)
- San Domino (Puglia)
Si tratta di interventi importanti, in linea con gli obiettivi della strategia italiana per la banda ultralarga e il PNRR, che puntano a favorire la diffusione della connettività nelle isole minori sopracitate, fino ad oggi particolarmente penalizzate.
Abbiamo avuto più volte modo di ribadire quanto le infrastrutture digitali siano determinanti per il rilancio del Paese. Per questo crediamo che nel ripensare e riprogettare le infrastrutture di telecomunicazioni del futuro queste vere e proprie “autostrade sottomarine” assumano un ruolo strategico per contrastare il digital divide in zone geograficamente svantaggiate.
Sarebbe dunque utile chiedere in questa fase l’apertura di tavoli di confronto con le Regioni e le comunità isolane coinvolte per evitare ritardi nella realizzazione del Piano e monitorarne l’avanzamento.
Riportiamo il testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 13 settembre 2021.