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L'emergenza sanitaria ha reso evidente la connessione stretta fra Salute, Ambiente, Clima, Società ed Economia. CGIL, CISL, UIL ritengono che il mondo post COVID-19 non tornerà alla situazione precedente la pandemia. Le risorse, le idee e i valori messi in campo per uscire dalla crisi saranno l'occasione per innescare un radicale cambiamento dell’attuale modello di sviluppo e per assicurare un futuro socialmente giusto, rispondendo concretamente alle sfide cui la crisi ci sta sottoponendo: piena occupazione, salute, lotta alle disuguaglianze e ai divari territoriali, partecipazione, tutela del territorio e ripristino degli ecosistemi, azione climatica, diritti umani, doppia transizione ecologica e digitale, con particolare riferimento agli Obiettivi dello sviluppo sostenibile.
In questa fase di “riscrittura” del sistema Paese, lo Stato non potrà svolgere più semplicemente il ruolo di erogatore di garanzie, sussidi e incentivi, ma dovrà essere protagonista dotandosi di una nuova governance pubblica, fondata sul riordino e il coordinamento degli attori istituzionali e il coinvolgimento dei soggetti privati, quale condizione necessaria per una nuova politica di sviluppo di lungo periodo, più autonoma dalla politica e più condivisa con le parti sociali.
CGIL, CISL, UIL rivendicano l'apertura di un tavolo con il Governo sui piani per uscire dalla crisi, a partire dalla definizione del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR) e, in generale, sull'utilizzo di tutte le risorse ordinarie, dei fondi europei, sulla definizione delle politiche fiscali e degli incentivi, nonché per i Piani e le misure di Giusta Transizione. La Commissione Europea, dopo l'insediamento, ha indicato nel Green Deal l'asse portante del prossimo quinquennio.
CGIL, CISL, UIL condividono questa scelta e ritengono che l'azione per il clima e la Giusta Transizione, la tutela e il ripristino degli ecosistemi, lo sviluppo di città sostenibili e la riconversione ecologica delle attività economiche e sociali, in un'ottica di economia circolare, siano gli ambiti prioritari su cui investire per garantire al Paese una ripresa solida nel tempo, migliori condizioni di vita e di salute, un effetto moltiplicativo sugli investimenti privati e una piena occupazione stabile e di qualità. Sarà fondamentale, quindi, predisporre misure ad hoc sia di politica attiva che passiva, per definire l’attivazione di nuovi posti di lavoro alternativi a quelli persi, strumenti di sostegno al reddito, percorsi di formazione, riqualificazione professionale e ricollocazione dei lavoratori. Su questi temi CGIL, CISL, UIL hanno già espresso le proprie rivendicazioni nel documento unitario “Per un modello di sviluppo sostenibile” del 26 settembre 2019, completato con il presente documento alla luce dei nuovi impegni presi dal Governo italiano nell’ultima Legge di Bilancio, e dalle misure messe in campo dall’Europa per rispondere alla crisi socio-economica-ambientale acuita dalla pandemia. Tanto le richieste quanto le proposte di quel documento hanno anticipato – e in parte trovato risposta – le nuove politiche e le indicazioni europee per l’assegnazione delle risorse del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2021 – 2027 e del Next Generation EU (NGEU), nonché nel recente accordo comunitario verso il taglio del 55% delle emissioni inquinanti entro il 2030 e il raggiungimento della neutralità climatica per il nostro continente entro il 2050.
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