“I referendum per i quali abbiamo raccolto le firme, compreso quello sulla cittadinanza, hanno una valenza che va oltre la semplice necessità di modificare quelle leggi specifiche. Cambiare queste normative è essenziale per restituire diritti e dignità al lavoro”. Lo ha detto Maurizio Landini all'Università di RomaTre intervenendo ad un evento promosso dalla Fondazione Di Vittorio, la Cgil di Roma e del Lazio, l’Iress Lazio e Sbilanciamoci! in occasione del centenario della nascita di Rossana Rossanda.
“Facciamo un esempio concreto – ha proseguito Landini - dal 2015 il job act stabilisce che tutti i nuovi assunti non abbiano più diritto al reintegro se vengono licenziati ingiustamente. Sono passati dieci anni, quante persone hanno trovato il primo impiego o cambiato lavoro? Sono milioni. Significa che, qualora il referendum raggiunga il quorum, banalmente daremo a 10, 11 o 12 milioni di lavoratori un diritto in più che oggi non hanno, ossia una tutela contro il licenziamento senza giusta causa".
Questa legge ha creato “una spaccatura generazionale”: chi aveva il diritto al reintegro lo ha mantenuto, mentre ai giovani è stato tolto. “E molti di loro non sanno neanche che c'era quel diritto lì”. E se pensiamo anche ai lavoratori delle piccole imprese con meno di 15 dipendenti, "stiamo parlando di altri 7-9 milioni di persone. Oggi, per loro, un licenziamento ingiusto si traduce (se ti va fatta bene) in un’indennità pari a sei mensilità".
Il referendum potrebbe eliminare questo tetto alle indennità e lasciare ad un giudice la possibilità di stabilire risarcimenti più equi. "Certo – sottolinea il segretario generale della Cgil - non è possibile reintrodurre tramite referendum il reintegro diretto (questo ce lo ha impedito anni fa la Corte Costituzionale), ma già ampliare i diritti sarebbe un passo significativo". Allo stesso modo, intervenire sui contratti a termine "che non può essere la forma di lavoro normale col quale assumi, deve tornare ad essere una forma specifica, limitata" renderli un’eccezione anziché la norma ridurrebbe gli spazi di precarietà.
Il quarto quesito referendario riguarda la salute e la sicurezza sul lavoro. Troppi incidenti, anche i più gravi, si verificano presso aziende in appalto "Provate a immaginare - ha aggiunto il leader Cgil - cosa significherebbe se chi appalta fosse costretto ad assumersi pienamente la responsabilità delle condizioni di sicurezza dei lavoratori lungo tutta la catena". Questo cambierebbe davvero le cose, garantendo condizioni migliori e maggior rispetto della dignità delle persone.
“Credo fermamente che gli attacchi subiti dai sindacati, dai diritti del lavoro e dalle tutele stiano erodendo progressivamente le libertà individuali”. La libertà vera sta nella possibilità di vivere dignitosamente dice Landini: "Non c’è libertà se si è precari, se non si arriva alla fine del mese o se il proprio lavoro può costarti la vita. Questa è la realtà che vogliamo cambiare. Rimettere al centro il valore della persona significa tornare a concepire il lavoro come qualcosa che realizzi dignità e diritti, non come semplice occupazione priva di regole: "un lavoro senza diritti non è lavoro, è sfruttamento fino a forme di vero e proprio schiavismo".
"Ecco perché questa battaglia, inclusa quella sul referendum per la cittadinanza, - ha poi concluso Landini - diventa un elemento di battaglia per la libertà delle persone e per rimettere al centro un'idea anche di modello sociale fondato sulla centralità della persona e sulla centralità del lavoro.
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