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"Siamo qui perché vogliamo difendere un’impresa decisiva per il futuro del nostro paese e proprio perché dobbiamo connetterci, rendere il paese avanzato sul piano digitale e tecnologico è un errore quello di separare, dividere, spezzettare un grande gruppo anziché utilizzare le competenze e le intelligenze che ci sono all'interno". Così il segretario generale della CGIL Maurizio Landini a margine del presidio dei lavoratori TIM a Roma in Piazza Bocca della Verità nella giornata dello sciopero nazionale del gruppo proclamato da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil.
"L'idea dello spezzatino dell'impresa - ha detto Landini - è un modo per rispondere alla logica finanziaria e del mercato e non agli interessi del paese. Noi siamo d'accordo a fare una rete unica ma questo deve significare anche un'impresa unica, compresi i servizi, comprese le intelligenze e tutte le attività. Tra l'altro - prosegue il dirigente sindacale - il governo non sta discutendo con nessuno, non ha offerto un tavolo alle organizzazioni sindacali e ai lavoratori per fare questa discussione".
Per il leader della CGIL quella dei lavoratori del Gruppo Tim "non è una battaglia di difesa corporativa: è una battaglia per una idea di sviluppo del paese che sia davvero fondato su qualità e innovazione". Landini conclude ricordando che "nel resto d'Europa, in Francia e Germania, stanno facendo l'opposto di quello che sta facendo in Italia il governo e chi ha la responsabilità dentro l'impresa".