Alla vigilia del voto in aula al Senato Cgil, Cisl, Uil intervengono nuovamente sul disegno di Legge Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale (atto n. 1870), con una nota inviata dai segretari confederali Vera Lamonica, Maurizio Bernava, Silvana Roseto, ai Presidenti dei Gruppi parlamentari. Nel documento Cgil, Cisl, Uil precisano che “il Sindacato è direttamente interessato alla riforma di un settore composito, che si caratterizza strutturalmente per essere fondato sulla partecipazione organizzata di cittadini e volontari, per l’ampiezza della base occupazionale e per l’alta intensità di lavoro collegata ai servizi alla persona ed alla comunità, per l’impatto sulla qualità del nostro sistema di welfare. Occupa infatti direttamente 680 mila dipendenti e 270mila lavoratori esterni, con una dinamica in crescita ed in cui operano oltre 4 milioni e mezzo di volontari. Per questo la riforma andrebbe inserita in un disegno più complessivo, riferito allo sviluppo dell’economia sociale e del volontariato, che ponga al centro il binomio crescita ed inclusione sociale e quindi una revisione dell’intero sistema di welfare per rafforzarne gli elementi di universalismo, equità e sussidiarietà. Un disegno che invece sembra ancora mancare”.

E ancora Cgil, Cisl, Uil riconoscono che “nel testo in discussione al Senato sono state accolte anche alcune nostre osservazioni, e che tuttavia “permangono nel testo in discussione al Senato elementi che vanno corretti. In particolare Cgil, Cisl, Uil segnalano che: “va previsto il confronto anche con Sindacato/Parti sociali nella stesura dei decreti delegati. Va inserito un punto che preveda esplicitamente la tutela del lavoro ed il rispetto dei CCNL sottoscritti dalle Organizzazioni comparativamente maggiormente rappresentative, ciò perché la effettiva garanzia dei diritti del lavoro rappresenta uno degli elementi “incorporati” nelle stesse finalità del terzo settore, da garantire non soltanto in presenza di appalti pubblici. Il riferimento alla individuazione di standard di qualità per l’affidamento dei servizi e la valutazione dei risultati deve essere rafforzato”. E ancora sottolineano i cambiamenti necessari sulla parte del ddl che riguarda l’Impresa Sociale: “Va corretta la disciplina sull’impresa sociale, facendo prevalere le finalità sociali rispetto al ruolo commerciale”. Infine Cgil, Cisl, Uil intervengono sulla proposta del Governo di creare la “Fondazione Italia Sociale” (già chiamata “IRI del sociale”, dichiarando che “non sono risultate chiare né la natura, né le finalità dell’iniziativa, che quindi vanno definite puntualmente per evitare che questo nuovo soggetto, invece di agevolare il libero dispiegarsi di iniziative di sostegno al terzo settore vi si frapponga oppure che orienti risorse pubbliche non nella direzione dell’arricchimento dell’offerta di welfare per garantire diritti sociali esigibili per i quali è indispensabile definire i livelli essenziali, ma rafforzando politiche sociali  discrezionali e meramente filantropiche”.

Sull’argomento vedi anche i documenti per due precedenti audizioni: del 13 novembre 2014 e del 3 giugno 2015.

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