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Di seguito riportiamo l’ordine del giorno approvato dal Comitato Direttivo della CGIL, riunitosi oggi 7 settembre:
Il Comitato Direttivo Nazionale conferma l’impegno della CGIL per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro sia nel contrasto alla diffusione del virus Sars COV 2 sia per la messa in campo di misure concrete finalizzate a contrastare la strage infinita delle morti e degli infortuni sul lavoro. La nostra organizzazione si è battuta tenacemente nell’ultimo anno e mezzo insieme a CISL e UIL, per conquistare i Protocolli di sicurezza in tutti i luoghi di lavoro che hanno consentito al Paese superare i mesi più difficili della pandemia, affermando la priorità della salute sul profitto. È solo grazie a questa assunzione di responsabilità e soprattutto ai lavoratori e alle lavoratrici se oggi l’Italia può ripartire.
Nel mese di aprile, la CGIL, insieme a CISL e UIL ha aggiornato i Protocolli sulla sicurezza, prevedendo anche la possibilità di vaccinazione in azienda, senza far venire meno tutte misure di prevenzione, dalla mascherina al distanziamento, all’uso dei tamponi, al tracciamento. Riteniamo altrettanto fondamentale per contrastare la pandemia che la vaccinazione sia esigibile in ogni paese del mondo, sospendendo temporaneamente i brevetti su vaccini e sui farmaci anti-Covid e per questo chiediamo che il nostro Paese si faccia portatore di questa istanza a partire dalle prossime iniziative internazionali.
Il Comitato Direttivo della CGIL ritiene che la vaccinazione sia un atto fondamentale di responsabilità sociale e sanitaria e impegna tutte le strutture ad effettuare una campagna nazionale di formazione e informazione anche con assemblee in tutti luoghi di lavoro sul valore della vaccinazione e sulle misure di prevenzione e di sicurezza, che alla luce della diffusione del virus e delle sue varianti, non possono essere ridotte o rese meno stringenti, ma devono essere mantenute.
Per queste ragioni, il Comitato direttivo, in coerenza con quanto prevede la nostra Costituzione, chiede che il Governo e il Parlamento si assumano la responsabilità politica di prevedere l’obbligo vaccinale per tutti i cittadini e le cittadine, obbligo previsto allo stato solo per il personale sanitario e si rafforzino le misure di tracciamento, contenimento e di sorveglianza sanitaria. Questo orientamento che si sta affermando nella comunità scientifica comincia a farsi strada anche nel Governo -che finora non aveva preso in considerazione questa scelta.
In queste ore però sembra continui a prevalere un orientamento che anziché introdurre l’obbligo vaccinale estenderebbe il Green Pass (strumento nato per garantire la mobilità ai cittadini europei) oltre che al mondo della scuola anche ad altri settori del mondo del lavoro. Il Comitato Direttivo considera necessario che vengano superate le contraddizioni nel Governo, sinora emerse, al fine di determinare un quadro normativo che assolva l’obiettivo di generalizzare la vaccinazione, evitando di produrre nei fatti divisioni nei luoghi di lavoro.
Non abbiamo nulla in via di principio contro il Green Pass che consideriamo uno strumento importante e condivisibile, da adottarsi per via normativa, ma che rischia in questa fase di diventare alternativo all’obbligo vaccinale. Ciò che vogliamo evitare è che il Green Pass diventi un modo per aggirare o sostituire la scelta netta da compiere dell’obbligo vaccinale in applicazione della nostra Carta Costituzionale.
In ogni caso il Green Pass non può diventare uno strumento per sanzionare o licenziare lavoratori/trici o limitare il riconoscimento di diritti contrattuali come l’accesso al servizio mensa confermato e regolamentato dai protocolli alla sicurezza, aggiornati lo scorso 6 aprile.
Vogliamo evitare di far venire meno le misure di sicurezza e che uno strumento di protezione/prevenzione, quale è il tampone, anziché essere gratuito costituisca un costo che devono sostenere i lavoratori e le lavoratrici solo per poter svolgere il proprio lavoro. Così come è necessario il ripristino della indennità economica per malattia Covid nel caso di quarantena obbligatoria. È il momento di non lasciare solo nessuno con le proprie paure, di tutelare i più deboli e fragili, è il momento di unire e non alimentare divisioni nei luoghi di lavoro, coniugando il diritto al lavoro con il diritto alla salute.
VACCINARE NON LICENZIARE è l’obiettivo da realizzare!
Il Comitato Direttivo respinge con forza e condanna le strumentalizzazioni, le mistificazioni, le falsità sulla nostra organizzazione e sul Segretario Generale che durante i mesi estivi hanno trovato largo spazio sui media, finalizzate a indebolire l’azione della CGIL nella prospettiva delle importanti scadenze dei prossimi mesi e rivendica l’autonomia dell’organizzazione nell’elaborazione programmatica, nel giudizio e nella iniziativa, quale valore costitutivo che trova fondamento nel carattere unitario e democratico delle regole della propria vita interna. Sono queste regole democratiche che garantiscono a tutti e tutte il diritto/dovere di esprimere le proprie idee e valutazioni. Sono quelle stesse regole, che al tempo stesso, richiamano tutta l’organizzazione, a partire dai gruppi dirigenti, a salvaguardare e praticare i principi di lealtà, responsabilità e solidarietà, capaci di garantire così l’unitarietà dell’organizzazione verso l’esterno, in particolare nei momenti più difficili quali quelli che stiamo affrontando.
Le prossime settimane saranno segnate da una serie importante di scadenze ed impegni. L’avvio dei primi interventi del piano nazionale di ripresa e resilienza, conferma la necessità che si dia rapidamente attuazione sul versante della Governance al protocollo nazionale, nato dall’accoglimento di una proposta di emendamento unitario, quale strumento per definire il livello di partecipazione e di confronto preventivo sia sugli investimenti, nazionali e territoriali, che sulle riforme. In particolare, è urgente il confronto sulla legge delega di riforma fiscale, fondamentale per proseguire, dopo l’accordo di dicembre 2019, la riduzione dell’imposizione su lavoratori e pensionati, affermare il contrasto all’evasione fiscale secondo i principi di progressività e equità, sulla legge sulla concorrenza e sulla revisione del codice degli appalti, oltre agli interventi di sostegno ad una nuova politica industriale che introduca un forte ruolo pubblico e di governo nella costruzione di nuove filiere legate alla riconversione verde, di politiche industriali finalizzate alla transizione energetica e alla digitalizzazione e dia risposte alle tante crisi aziendali. È urgente il confronto sui tavoli di settore rispetto gli asset strategici del nostro sistema produttivo, o del rapporto con le risorse del PNRR e della innovazione di prodotti e di sistema da realizzare. Ciò a partire dalla salvaguardia dei nostri siti produttivi, che vedono le lavoratrici e i lavoratori impegnati in dure lotte contro chiusure e delocalizzazioni. Su questo tema il Comitato Direttivo afferma la necessità che si proceda a rivedere la normativa sia sul versante nazionale che europeo per contrastare i fenomeni di dumping e di delocalizzazioni.
Sul versante della tutela e protezione del lavoro non è ancora arrivato a conclusione il confronto per definire la riforma degli ammortizzatori sociali, delle politiche attive e della formazione permanente, che confermiamo essere urgente e ineludibile per contrastare la crisi sociale che rischia di travolgere tanti lavoratori e lavoratrici e per affermare il principio di universalità che ha caratterizzato i provvedimenti di urgenza emanati negli ultimi mesi. Nuovi ammortizzatori sociali sono necessari per affrontare la transizione energetica, ambientale, digitale del nostro sistema industriale e per le trasformazioni nei servizi e nel sistema distributivo e terziario, salvaguardando e tutelando l’occupazione. In particolare, assumono valore strategico la formazione continua nei luoghi di lavoro e permanente, l’uso dei contratti di solidarietà, la staffetta generazionale. Inoltre, occorre avviare un prima verifica dell’accordo realizzato con la Presidenza del Consiglio sul tema dei licenziamenti anche in relazione alla prossima scadenza della norma sul blocco e degli ammortizzatori, prevista il 31 ottobre prossimo che richiediamo di prorogare, anche in virtù della crisi che la pandemia ha generato in alcuni settori (es. turismo) e che continua a produrre i suoi effetti negativi. È necessario inoltre introdurre rapidamente nuove misure per rispondere all’emergenza sicurezza nei luoghi di lavoro rafforzando l’attività ispettiva, i controlli e la formazione e introducendo una patente a punti per tutte le aziende. Inoltre con l’approssimarsi della scadenza di quota 100 è urgente arrivare ad un intervento complessivo di riforma della previdenza che, alla luce delle proposte contenute nella Piattaforma unitaria, consenta l’accesso flessibile alla pensione a partire dai 62 anni, 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica, il riconoscimento previdenziale dei lavori gravosi, del lavoro di cura e delle donne, la tutela del lavoro discontinuo o a basso reddito dei lavoratori a partire dai più giovani, il rilancio della previdenza complementare, il ripristino della piena rivalutazione delle pensioni e l’ampliamento e l’incremento della quattordicesima.
Il quadro economico del paese segna una prima ripresa. Dobbiamo però sottolineare alcuni elementi di forte preoccupazione che necessitano di politiche adeguate. In primo luogo, non possono essere abbandonate in questa fase le politiche espansive anche a sostegno dei processi di transizione e di recupero e per rispondere alla crescita delle disuguaglianze territoriali e sociali, in particolare nel Mezzogiorno del paese. In questo senso anche alla luce dei dati crescenti sulla povertà relativa e assoluta, confermiamo la necessità di uno strumento generale per il contrasto alla povertà oltre al rafforzamento e alla riorganizzazione di tutti quei presidi, a partire dalle aree più fragili, come scuola e sanità, politiche abitative, servizi socioassistenziali e non autosufficienza che contribuiscono a garantire alle fasce più deboli e fragili della popolazione il necessario sostegno. In secondo luogo, i dati sull’occupazione segnano un sostanziale disallineamento rispetto ai dati di crescita del PIL.
Permane ancora consistente la differenza di posti da recuperare rispetto al 2019; l’alto numero di lavoratori inattivi e la qualità della occupazione che si crea, in grossa parte precaria, soprattutto fra le donne e i più giovani, rendono evidente come su questo terreno il dibattito pubblico e le iniziative politiche siano insufficienti o del tutto assenti.
Il tema della piena occupazione e del contrasto alla precarietà sono per la CGIL centrali per qualificare il segno della ripresa economica.
In terzo luogo, la perdita salariale nel 2020, a causa delle chiusure e dell’alto uso di ammortizzatori, è la più alta in Europa e conferma l’impoverimento progressivo dei lavoratori e delle lavoratrici. Su questo versante continuano a pesare alcune cause strutturali che prescindono dagli effetti del Covid: precarietà, part time involontario, sfruttamento, lavoro nero, dumping contrattuale ad opera di contratti pirata. Sull’insieme di questi temi, il Comitato Direttivo ritiene si debba riprendere e proseguire una forte iniziativa affinché con il coinvolgimento del governo, delle forze politiche e delle associazioni datoriali si realizzino le condizioni per una legge sulla rappresentanza e un nuovo Statuto dei diritti dei lavoratori, sulla base di quanto proposto dalla CGIL con la Carta dei diritti universali del lavoro.
L’insieme di questo quadro si rifletterà nel confronto che si dovrà aprire a breve sulla legge di bilancio, che sarà fondamentale per dare risposte a questi temi, per sostenere le misure sul versante della spesa corrente introdotte dal PNRR e per prevedere risorse adeguate e aggiuntive per il rinnovo dei contratti pubblici. I settori pubblici saranno impegnati oltre che nel rinnovo dei contratti nazionali e nella vertenza per un Piano straordinario di nuova occupazione pubblica, anche nella campagna sul rinnovo delle Rsu, appuntamento che deve vedere l’impegno attivo di tutta la Confederazione.
Il Comitato Direttivo ritiene questi gli impegni ed obiettivi urgenti e prioritari, sui quali, anche alla luce della richiesta unitaria di incontro inviata al presidente del Consiglio e all’esito del confronto, dà mandato alla Segreteria nazionale di mettere in campo tutte le iniziative necessarie ad iniziare dalle Assemblee nei luoghi di lavoro e nel territorio incluse le iniziative di mobilitazione e di lotta cercando di consolidare il percorso unitario seguito fino ad ora. Il Comitato Direttivo, a partire dall’assemblea nazionale dei delegati del 14 settembre prossimo, impegna le strutture, nella campagna nazionale di assemblee, a diffondere le iniziative che verranno definite per sostenere il percorso nazionale.
Il Comitato Direttivo sottolinea con preoccupazione quanto sta accadendo in Afghanistan e la crisi che si sta determinando dopo il palese fallimento della scellerata strategia statunitense, avallata dalla Nato e dai governi europei, della cosiddetta “guerra al terrorismo” che ha portato all’occupazione militare del paese. Come la CGIL ha sempre sostenuto insieme ai movimenti pacifisti e le associazioni a partire da Emergency, quella guerra non andava iniziata e le ingenti risorse impiegate nello sforzo bellico, con la morte di decine di migliaia di civili, dovevano essere utilizzate a sostegno dello sviluppo del paese e della società civile afgana e in particolare delle associazioni delle donne.
Ora l’attacco violento alla libertà delle donne con la totale negazione di diritti umani fondamentali non può essere in alcun modo tollerato ed ha bisogno di una risposta diplomatica e di solidarietà al popolo afgano della comunità internazionale che vada oltre la denuncia. Sono necessari corridoi umanitari e politiche dell’accoglienza per la gestione dei profughi. Sono le uniche risposte possibili insieme al pieno riconoscimento e affermazione dei diritti universalmente riconosciuti, per rendere concreto il principio di solidarietà sia nel contesto della crisi afgana che in generale nella gestione del fenomeno migratorio. Il Comitato Direttivo respinge e condanna l’atteggiamento in Italia e in Europa di chi, sul tema generale dei migranti, continua dare risposte che consideriamo contrarie ai basilari principi civili e democratici e di solidarietà, soffiando sul fuoco del razzismo e della discriminazione. Su questo il Comitato Direttivo dà mandato alla Segreteria nazionale di istruire un approfondimento sulla situazione internazionale che, come richiamato, i fatti di queste ore rendono sempre più complessa e difficile. Il Comitato Direttivo, apprezzando la sensibilità concretizzata nelle iniziative messe in campo da tante strutture, impegna tutta l’organizzazione a sostenere e proseguire le iniziative territoriali di accoglienza e di solidarietà, con la rete delle associazioni e nel rapporto con CISL e UIL.