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Di seguito riportiamo l’ordine del giorno approvato dall’assemblea generale della Cgil che si è riunita oggi a Roma, presso il Centro Congressi Frentani.
L’assemblea generale della CGIL esprime piena soddisfazione per l’importante riuscita delle manifestazioni promosse da CGIL, CISL e UIL nel corso del mese di maggio a Bologna, Milano e Napoli. La grande partecipazione di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, giovani dà forza alle nostre ragioni contro il peggioramento delle condizioni materiali di vita e di lavoro di larghe fasce popolari, e per aprire una nuova stagione del lavoro e dei diritti.
Pandemia, guerra, crisi energetica, speculazioni, mancato rinnovo di molti contratti collettivi stanno producendo un drammatico allargamento delle disuguaglianze, reso ancor più insopportabile dalla mancanza di provvedimenti fondati sulla giustizia sociale in attuazione della nostra Carta costituzionale.
Dal diritto al lavoro (art. 4) a quello ad un salario giusto e dignitoso (art. 36), dal diritto alla salute (art. 32) all’istruzione pubblica (art.34), dalla rappresentanza sindacale (art. 39) ai vincoli sociali e ambientali all’attività di impresa (art. 41), dal fisco progressivo (art. 53) al principio di uguaglianza (art.3), il Governo non dà risposte. Anzi, ha scelto la direzione opposta:
- una politica di moderazione salariale, nonostante l’inflazione, causata da speculazione e profitti, sia destinata a superare il 18% nel triennio 2022-2024;
- una legge delega di riforma fiscale fondata sulla logica regressiva della Flat tax, che non tocca extraprofitti, rendite finanziarie, grandi ricchezze né contrasta l’evasione, e che al contrario colpisce i principi di equità verticale e orizzontale (con livelli di tassazione – a parità di reddito – al 40% per i lavoratori dipendenti, al 20% per le rendite finanziarie e al 15 % per il lavoro autonomo);
- la precarietà del lavoro che viene rilanciata dal cosiddetto “decreto primo maggio”, sino a prevedere la contrattazione diretta fra lavoratrice/lavoratore e azienda sulle causali dei contratti a termine, oltre ad allargare l’utilizzo dei voucher fino a ricomprendere praticamente tutto il lavoro stagionale;
- la deregolamentazione dei subappalti a cascata reintrodotta nel codice dei contratti pubblici;
- la cancellazione dell’unica misura universale di contrasto alla povertà (reddito di cittadinanza) che era stata introdotta in Italia e che è presente in tutti gli altri paesi europei;
- il peggioramento della normativa previdenziale e la continua sottrazione di risorse a danno del sistema pensionistico, negando la possibilità di una riforma strutturale delle pensioni;
- la totale mancanza di risorse per il rinnovo dei contratti pubblici;
- il definanziamento programmato per scuola, formazione e ricerca;
- i mancati investimenti e il taglio reale della spesa corrente per una sanità pubblica che rischia di implodere, allargando il processo di privatizzazione, mettendo in discussione il diritto alla salute e peggiorando le condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro;
- un PNRR in una preoccupante condizione di stallo e in una perdurante mancanza di trasparenza, mettendo a rischio le filiere industriali strategiche, il rinnovamento e l’integrazione delle reti materiali e immateriali, il sistema dei servizi del terziario e del turismo, tutto il mezzogiorno che vede aumentare invece che ridurre disuguaglianze e divari territoriali;
- la totale assenza di una strategia per affrontare le crisi industriali vecchie e nuove di fronte all’innovazione digitale e ambientale, salvaguardando le lavoratrici e i lavoratori.
La mobilitazione unitaria ha indotto il governo a convocare le parti sociali il 30 maggio. Ma il nostro obiettivo non può essere la formale convocazione di tavoli occasionali, privi di carattere negoziale e di mero ascolto e informazione: rivendichiamo una trattativa vera e di merito per ottenere risultati concreti per le persone che rappresentiamo, a partire dalle piattaforme di CGIL, CISL e UIL.
Non condividiamo e non siamo invece disponibili ad avallare alcun percorso di riforma che punti a stravolgere l’architettura istituzionale della Repubblica e la stessa Costituzione, a partire dal DDL Calderoli sull’autonomia differenziata sino a qualsiasi ipotesi di superamento della forma di governo parlamentare attraverso l’elezione diretta del Presidente della Repubblica o del Presidente del Consiglio. Per la CGIL la Costituzione antifascista, nata dalla Resistenza e fondata sul lavoro, non va superata ma va pienamente attuata a partire dai suoi contenuti sociali.
Rivendichiamo una legge sulla rappresentanza e sull’efficacia erga omnes dei contratti collettivi cui collegare anche l’introduzione del salario minimo come è importante l’introduzione di un equo compenso per il lavoro autonomo, il contrasto al proliferare dei contratti pirata e di sindacati di comodo privi di qualsiasi reale rappresentatività; l’introduzione di condizionalità su incentivi, benefici fiscali, trasferimenti alle imprese, a partire dal vincolo di rinnovo dei contratti nazionali di lavoro; una riduzione strutturale del cuneo fiscale e l’introduzione dell’indicizzazione automatica all’inflazione delle detrazioni da lavoro e da pensione (restituzione del c.d. fiscal drag) anche in funzione di sostegno ai rinnovi dei CCNL; una maggiore tassazione di profitti, extraprofitti, rendite finanziarie e immobiliari, grandi ricchezze; un contrasto senza quartiere all’evasione fiscale e contributiva; il rigoroso rispetto del principio di equità, generalità e progressività del sistema fiscale; lo stanziamento nella prossima legge di bilancio delle risorse necessarie a finanziare il rinnovo dei contratti pubblici; una riforma delle pensioni a partire dalla condizione di giovani e donne che presuppone anche un necessario contrasto alla dilagante precarietà del lavoro a partire dalla riduzione delle tipologie contrattuali più precarizzanti; l’attuazione della legge per la non autosufficienza; un piano straordinario di assunzioni nella pubblica amministrazione, sanità, scuola e ricerca; investimenti mirati ad incrementare la quantità e la qualità dell’occupazione, a partire da giovani, donne e Mezzogiorno.
Vogliamo discutere e contrattare, a tutti i livelli, l’implementazione del PNRR e il rilancio di una vera strategia di politiche industriali.
Vogliamo che ai ragazzi e alle ragazze sia garantito un presente e un futuro in questo paese, senza l’obbligo di emigrare per realizzarsi, e che ci sia accoglienza e integrazione dei cittadini migranti.
La campagna di assemblee che abbiamo svolto ci ha permesso di coinvolgere e di parlare con migliaia di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati. Da quelle assemblee e dalle piazze di maggio è salita forte la richiesta generale di non fermarci: questo è il mandato che abbiamo ricevuto, questo è l’impegno che dobbiamo portare avanti dando continuità e allargando la nostra mobilitazione nei luoghi di lavoro e nel Paese.
L’Assemblea Generale della CGIL impegna tutte le Categorie, le Camere del Lavoro ed i Regionali a proseguire con la campagna di assemblee nei luoghi di lavoro e sul territorio e a dare corso a quanto deciso nella conferenza di organizzazione del 2022, poi confermato al congresso del marzo scorso, costituendo entro luglio le assemblee territoriali delle delegate e dei delegati, delle attiviste e attivisti delle leghe SPI, aperte alle associazioni e ai soggetti che condividono questi obiettivi. Vanno realizzate i coordinamenti dei delegati con diverse tipologie contrattuali nei siti e nelle filiere.
La democrazia si difende e si estende praticandola, facendo votare alle lavoratrici ed ai lavoratori piattaforme ed accordi, eleggendo delegate e delegati nei luoghi di lavoro, aprendo vertenze nelle imprese e nel territorio.
Ogni iniziativa di mobilitazione, anche di sciopero territoriale o di categoria, è pienamente inserita nel percorso comune del movimento sindacale europeo, rilanciato dal recente Congresso della CES di Berlino che ha attribuito una dimensione continentale alle iniziative di lotta nazionali attraverso l’approvazione, pressoché unanime, della risoluzione d’urgenza presentata dalla CGIL e sostenuta anche dalla UIL contro il ritorno delle politiche di austerità e del patto di stabilità e di politiche monetarie restrittive.
Nella prima settimana del mese di settembre si terrà l’assemblea nazionale delle delegate e dei delegati di tutte le categorie della CGIL sulle linee di politica contrattuale, in particolare su salario, orario, contrasto alla precarietà, contrattazione inclusiva, partecipazione negoziata in materia di investimenti, modelli organizzativi e crescita professionale.
L’Assemblea generale della CGIL dà mandato alla segreteria confederale di valutare i tempi e i modi per proseguire le mobilitazioni generali, discutendo con CISL e UIL, e comunque dando piena continuità all’iniziativa e non escludendo lo sciopero.
L’assemblea generale della CGIL condivide e approva il percorso avviato con una vasta rete di associazioni che ha portato l’assemblea nazionale, tenutasi lo scorso 27 maggio a Roma, a condividere l’appello “Insieme per la Costituzione. Ambiente, diritti, lavoro, salute e pace. Difendiamo la Costituzione che va attuata e non stravolta”.
Questo percorso di allargamento delle alleanze su questioni strategiche di interesse generale è coerente anche con quello che abbiamo avviato nei mesi scorsi e che ha prodotto importanti manifestazioni e iniziative contro la guerra e per la pace insieme alla rete “Europe for peace”.
Tutta la CGIL è impegnata nella preparazione e nella massima partecipazione alle manifestazioni nazionali:
- del 24 giugno in difesa del diritto alla salute delle persone e nei luoghi di lavoro e per la difesa e il rilancio del servizio sanitario nazionale, pubblico e universale;
- del 30 settembre per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l’attuazione della Costituzione, contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare.