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Roma, 4 novembre - L’Assemblea Generale approva la relazione introduttiva, le conclusioni del Segretario Generale e assume il dibattito.
La bozza di legge di Bilancio presentata durante l’incontro con il Governo del 26 ottobre scorso – pur contenendo alcuni elementi positivi quali risorse per il rinnovo dei contratti pubblici, sanità e riforma degli ammortizzatori sociali - non rappresenta ancora una risposta adeguata e sufficiente sull’insieme delle richieste e delle proposte di CGIL, CISL e UIL.
In particolare, la mediazione politica raggiunta sui temi previdenziali oltre che interessare un numero limitatissimo di lavoratori e lavoratrici, non affronta la necessità di prevedere l’introduzione di una pensione contributiva di garanzia per i più giovani, una flessibilità in uscita per tutti dopo 62 anni di età o 41 anni di contributi, interventi che tengano conto della specifica condizione delle donne, dei lavoratori disoccupati, discontinui e precoci, dei lavori gravosi o usuranti.
È assente la scelta di sostenere con adeguate risorse la legge sulla non autosufficienza.
Sul versante fiscale, oltre a riproporre la riduzione dell’Irap, che ci vede decisamente contrari anche per la riduzione di risorse che determinerebbe al SSN, non si fa la scelta netta di ridurre l’imposizione su lavoratori e pensionati, collocando in questa direzione tutte le risorse disponibili. Non si prevedono misure concrete per il contrasto all’evasione ed elusione fiscale e all’economia sommersa.
Inoltre, sono assenti misure che contrastino la precarietà nel lavoro, che colpisce in particolare giovani e donne, e misure finalizzate alla piena e buona occupazione. La forte ripresa economica registrata in questi mesi non corrisponde ad una adeguata crescita della qualità oltre che della quantità di lavoro: sul versante occupazionale l’aumento della precarietà e della discontinuità lavorativa e dei part time involontari sta determinando l’aumento della povertà lavorativa, ipotecando così il futuro previdenziale e minando la qualità del presente di questi lavoratori e lavoratrici.
In linea generale, la bozza di legge di Bilancio non risponde adeguatamente alle disuguaglianze sociali ed economiche e ai divari, a partire dal Mezzogiorno del paese, cresciuti durante la pandemia. Anche per l’aumento della povertà assoluta e relativa nel nostro paese, non è accettabile la messa in discussione nel dibattito politico del Reddito di cittadinanza, ad oggi unico strumento di contrasto alla povertà.
La bozza di legge di Bilancio non definisce inoltre misure adeguate ad affrontare, attraverso nuove politiche di sviluppo e industriali governate e orientate, sia le sfide della transizione ambientale e digitale, che le tante crisi aziendali aperte o che si stanno determinando. In questo senso riteniamo necessario sia un fondo di garanzia che un ammortizzatore dedicato e finalizzato alla transizione green. Tutto ciò risulta tanto più incomprensibile alla luce delle ingenti risorse messe in campo attraverso Next generation EU, il fondo complementare e i fondi strutturali europei.
Per sostenere l’insieme delle proposte e delle piattaforme unitarie e per modificare e migliorare gli interventi contenuti nella legge di Bilancio, l’Assemblea generale impegna tutte le strutture a sostenere e qualificare il percorso di mobilitazione definito con CISL e UIL. Per tale ragione impegna tutte le strutture a predisporre immediatamente una campagna straordinaria di assemblee in tutti i luoghi di lavoro e territori e a mettere in campo manifestazioni e iniziative regionali e di categoria, utilizzando tutti gli strumenti di mobilitazione necessari per garantire una partecipazione più larga possibile. La campagna di assemblee dovrà vedere impegnati tutti i compagni e le compagne, sia delle categorie che delle strutture confederali, a partire dalla segreteria nazionale e centro confederale.
In ragione dell’impegno straordinario che dovrà essere affrontato nelle prossime settimane, l’assemblea organizzativa nazionale prevista nei giorni dal 16, 17 e 18 dicembre viene ri-calendarizzata nei giorni 10, 11 e 12 febbraio 2022, mentre le assemblee organizzative delle strutture confederali regionali si terranno dal 10 al 16 gennaio e quelle delle categorie nazionali dal 17 al 27 gennaio prossimo.
Alla luce delle verifiche sugli esiti di questa prima fase di mobilitazione e delle risposte che potranno arrivare dal Governo, da effettuare insieme a CISL e UIL nel mese di novembre, l’Assemblea generale dà mandato alla segreteria nazionale, in ogni caso, di valutare e prevedere ulteriori mobilitazioni senza escludere iniziative e forme di lotta di carattere generale.