(Guglielmo Sansoni) Tato (Bologna, 1896 – Roma, 1974)
Autodidatta appassionato d’arte, si interessa autonomamente delle linee di ricerca dell’avanguardia seguendo con particolare entusiasmo l’attività dei futuristi. Nel 1919 organizza una manifestazione futurista a Novara. Terminato il servizio militare torna a Bologna e fonda il «Gruppo Futurista Emiliano» (1921).
L’anno seguente, nella sua città natale, organizza la Mostra di arte futurista al Teatro Modernissimo. Nel capoluogo emiliano allestisce un’altra mostra futurista nel 1924. Trasferitosi a Roma, nel 1925 tiene una personale alla Casa d’Arte Bragaglia di via degli Avignonesi. Due anni più tardi prende parte alla Grande Mostra d’Arte Futurista a Bologna. Con Filippo Tommaso Marinetti, nel 1930, lancia il Manifesto della fotografia futurista e, l’anno seguente, sottoscrive il Manifesto dell’Aeropittura futurista.
Prende parte alle Biennali di Venezia dal 1926 al 1942 (nell’edizione del 1934 ha una sala personale), alle mostre futuriste al Circolo Artistico di Trieste (1931), alla Galleria Pesaro a Milano (1931) e alla Galerie de la Renaissance di Parigi (1932). Nel 1934 è tra i firmatari del manifesto La plastica murale. Con i futuristi partecipa alla II Quadriennale di Roma nel 1935 (prenderà parte anche a quelle del 1939 e del ’43). Nel dopoguerra l’orientamento della sua ricerca rimane sostanzialmente figurativo.
(Andrea Romoli)
Il lavoro, 1930, olio su tela, 170×190 cm
(Foto: Alessandra Pedonesi e Aldo Cimaglia)