Alberto Gianquinto (Venezia, 1929 – Jesolo, 2003)
Nelle opere degli esordi si dedica allo studio dei maestri veneti, dell’impressionismo, segnatamente Manet e Cézanne, e del cubismo. Alla metà degli anni Cinquanta il rapporto uomo-natura assume nella sua ricerca una chiara centralità attraverso alcune opere che affrontano temi di impegno sociale. Nel 1956 partecipa alla Biennale di Venezia (vi esporrà anche nelle edizioni del 1962 e del 1978). La sua prima personale si tiene nel 1957 alla Galleria Il Cavallino di Venezia, dove tornerà a esporre due anni dopo. Prende parte alla Quadriennale di Roma del 1959 (vi parteciperà anche nelle edizioni del 1965 e dell’86). Nel 1961, con Ugo Attardi, Ennio Calabria, Piero Guccione, Fernando Farulli, Renzo Vespignani e i critici Antonio Del Guercio, Dario Micacchi e Duilio Morosini, fonda il gruppo di orientamento realista «Il pro e il contro». In questo periodo realizza una serie di paesaggi jesolani, giocati su sensibilissime variazioni di luce e di tono, e numerosi interni impostati su spazialità piatte, animate da un particolare luminismo di matrice veneta. Col passare del tempo interni, figure e paesaggi sembrano perdere la loro fisicità profilandosi sulle tele senza volume. Nei suoi quadri degli anni Settanta si accentua una particolare vena intimista, lirica ed evocativa, fatta di trasparenze e vibranti tagli di luce. Dalla fine degli anni Sessanta intensifica la sua attività espositiva con personali a Roma (Galleria il Gabbiano, 1969, 1972, 1987) a Milano (Galleria Seno, 1971; Galleria Bergamini, 1976; Galleria delle Ore, 1988; Galleria Appiani Arte 32, 1996), Bologna (Galleria Forni, 1989), Venezia (Galleria Il Traghetto, 1974, 1987). Nel 1988 tiene una personale a Palazzo Sarcinelli a Conegliano Veneto.
(Andrea Romoli)
Il pane, 1988, olio su tela, 90×100 cm
(Foto: Giuseppe Schiavinotto)