Ernesto Treccani (Milano, 1920 – Milano, 2009)
Studente di ingegneria, entra nei gruppi di avanguardia artistica in polemica con la cultura fascista. Nel 1938 fonda la rivista «Corrente» di cui manterrà la direzione fino al 1940. Alla fine degli anni Trenta inizia a dipingere e, nel 1941, prende parte alla collettiva che si svolge alla Bottega di Corrente. Nelle opere degli esordi si distinguono elementi provenienti dalle lezioni di Van Gogh, Cézanne e Picasso.
Con l’inizio della guerra, «Corrente» viene soppressa dal regime. Nello stesso periodo l’artista aderisce al Partito comunista e prende parte alla Resistenza. A guerra conclusa la sua pittura sembra accostarsi prima alle soluzioni fauves, poi a quelle neocubiste con un crescente interesse per le tematiche urbane. Tiene la sua prima personale alla Galleria Il Milione a Milano nel 1949. Nello stesso anno va in Calabria, a Melissa, per dipingere e conoscere direttamente la condizione dei braccianti agricoli. Contadini del Mezzogiorno e operai del Nord sono al centro delle sue opere degli anni Cinquanta. Dal 1956, dopo l’invasione dell’Ungheria, l’artista vive una crisi ideologica che lo allontana dal realismo. Nel 1957 tiene una personale alla John Heller Gallery di New York.
Quattro anni dopo espone alla Galleria Vinciana di Milano e alla Galleria Forni di Bologna. Successivamente realizza un ciclo dedicato a La luna e i falò di Cesare Pavese (1963). Negli anni Settanta, nella sua opera l’impegno sociale rimane centrale, come dimostra Un popolo di volti (1969-1975), il quadro ispirato dai funerali delle vittime della strage di Piazza Fontana. Nel 1976 allestisce una mostra antologica itinerante all’Ermitage di Leningrado e al Puskin di Mosca. Dopo aver dato vita alla Fondazione Corrente (1978), realizza per la sede della stessa istituzione il grande pannello in ceramica La casa delle rondini (1985). Dalla fine degli anni Novanta, inizia il ciclo delle Crocifissioni. Oltre alla Biennale di Venezia ha preso parte a sei edizioni della Quadriennale di Roma (1948, ’51, ’56, ’59, ’72, ’86).
(Andrea Romoli)
Ritratto di Garrubba, Sindaco di Melissa, 1952, tecnica mista su carta, 63,5×48 cm
Maternità, 1980, olio su tela, 70×50 cm
(Foto: Alessandra Pedonesi e Aldo Cimaglia)
Pari dignità, s.d., acquerello su carta, 79×60 cm