Giuseppe Migneco (Messina, 1908 – Milano, 1997)
Figlio di un capostazione e di una maestra elementare, vive gli anni dell’infanzia a Ponteschiavo. Ventitreenne si trasferisce a Milano per iscriversi alla facoltà di Medicina. Qui entra in contatto con Birolli, De Grada, Joppolo, Sassu, che lo introducono nell’ambiente artistico della città.
Nel capoluogo lombardo, per sopravvivere disegna illustrazioni per il «Corriere dei Piccoli». Abbandona gli studi per dedicarsi alla pittura e, nel 1937, è tra i fondatori di «Corrente» con cui espone in occasione delle prime due mostre del gruppo. La fatica e la lotta dell’uomo per la propria sopravvivenza sono i temi che l’artista affronta con un linguaggio espressionista addolcito da un cromatismo mediterraneo. Dopo la personale alla Galleria La Spiga a Milano (1942), partecipa al «Premio Bergamo» (1942) e, nel 1943, è chiamato alle armi. Per il servizio militare interrompe l’attività artistica che riprenderà due anni dopo.
A guerra conclusa prende parte a diverse collettive, poi, nel 1946, tiene una personale alla Galleria Santa Redegonda a Milano. Nel 1948 figura tra gli invitati alla Quadriennale di Roma (vi esporrà anche nelle edizioni del 1951, ’56, ’59 e ’86). Successivamente intensifica la sua attività espositiva con mostre a Venezia, Verona, Milano, Boston, Parigi. Nel 1952 partecipa alla Biennale di Venezia con una personale presentata da Salvatore Quasimodo. Due anni più tardi le sue opere sono a Londra presso la Leicester Gallery e poi, nel 1958, di nuovo alla Biennale di Venezia. Nel 1983 il Comune di Messina gli rende omaggio con una grande retrospettiva allestita nelle sale del Palazzo Comunale (l’esposizione verrà poi trasferita negli ambienti della Rotonda di Via Besana a Milano).
(Andrea Romoli)
Mondine, 1952, olio su tela, 90×70 cm
(Foto: Alessandra Pedonesi e Aldo Cimaglia)
Festa popolare, 1959, ceramica dipinta (nove formelle), 192×124,5 cm (64×41,5 cm cad.)
(Foto: Corrado De Grazia)