Guido Casciaro (Napoli, 1900 – Napoli, 1963)
Figlio d’arte (il padre Giuseppe è stato un paesaggista tra i più celebrati della fine dell’Ottocento), segue un percorso di formazione individuale distante dalla tradizione e dalle soluzioni paterne. Alla fine degli anni Venti, con il padre e altri artisti e intellettuali (Brancaccio, Buono, Fabricatore, Mercadante, Postiglione, Scorzelli, Ciardo), fonda il Gruppo Flegreo.
Nel 1931 espone alla I Quadriennale di Roma (vi parteciperà anche nelle edizioni del 1935, ’39, ’43, ’55, ’59). Nel corso degli anni Trenta la sua indagine pittorica include soluzioni che echeggiano il linguaggio espressionista. Tuttavia, già alla fine del decennio, i suoi lavori sembrano ripiegare progressivamente verso posizioni moderate, come si evince dai saggi in cui recupera il genere del paesaggio interpretandolo in una chiave memore della tradizione napoletana. Con l’inizio degli anni Cinquanta la sua pittura si presenta caratterizzata da due precisi filoni espressivi: uno, basato su una pennellata fresca e compendiaria, prossimo alla linea tracciata da De Pisis, l’altro, più lezioso, finalizzato a una maggiore definizione dell’immagine.
(Andrea Romoli)
Ricostruzione del regime a Napoli, 1936, olio su tela, 126×107 cm
(Foto: Alessandra Pedonesi e Aldo Cimaglia)