Marino Mazzacurati (San Venanzio di Galliera, Bologna, 1907 – Parma, 1969)
Figlio di un imprenditore edile, in seguito all’espulsione da tutte le scuole del Regno – per aver lanciato un righello a un insegnante – si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 1922. A Padova, dove la famiglia si era da poco trasferita, partecipa alla Mostra d’Arte Triveneta con una tempera, Uragano, e un olio, Paesaggio dei Colli Euganei. L’anno seguente espone alla XXVII Esposizione Bevilacqua La Masa di Venezia e sostiene con successo l’esame di ammissione alla Scuola Libera del Nudo di Via Ripetta a Roma. Nella capitale entra presto in contatto con Scipione e Mafai. Rientrato in Emilia per eseguire una serie di ritratti, invia alla XVI Biennale di Venezia l’olio Incontro di Giacobbe e Rachele, che non verrà accettato dalla giuria. Nel 1929, a Milano, stringe contatti con Edoardo Persico, Ghiringhelli e Del Bon.
Alla fine del 1930 è di nuovo a Roma dove affitta uno studio in Via Flaminia. L’anno dopo fonda e dirige la rivista «Fronte». Richiamato dalla famiglia per il tracollo dell’attività paterna, utilizza la propria capacità di scultore nell’esecuzione di busti commemorativi e lapidi cimiteriali. La latitanza da Roma termina con il 1936, anno in cui si trasferisce a Civitavecchia. Nel 1938, ottiene la cattedra di Plastica al Liceo di Via Ripetta a Roma e prende uno studio in Via Margutta. Tra il 1940 e il 1941 inizia la produzione di lavori inseribili nel contesto della cultura di opposizione al regime fascista: La strage degli innocenti (’41-42), Gerarchie (1943), la serie degli Imperatori e una quantità di caricature di manifesta critica al regime. Nel 1943 espone alla IV Quadriennale di Roma (vi esporrà anche nel 1948 e nel 1972). L’anno seguente partecipa alla prima edizione della mostra Arte contro la barbarie organizzata da «l’Unità». Prende parte alla Biennale di Venezia del 1948, ’50, ’54 e ’56. Nell’agosto dello stesso 1956 inaugura il Monumento alla resistenza italiana a Parma. Nel 1960 presenta le sue opere alla Esposizione Internazionale di Scultura al Museo Rodin di Parigi e nel successivo 1963 è presente nelle sale della VII Biennale di San Paolo in Brasile. In collaborazione con l’architetto Persichetti, nel 1964, vince il concorso per il Monumento alle quattro giornate di Napoli.
(Andrea Romoli)
Senza titolo, 1951-52, bassorilievo in bronzo, 46×57×2 cm
(Foto: Alessandra Pedonesi e Aldo Cimaglia)