(Vigarano Mainarda, Ferrara, 1925-Lamezia Terme 2012)

Compie i suoi studi presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nei primi anni Cinquanta lavora in uno studio presso la Camera del Lavoro di Ferrara, dedicandosi alla pittura e alla scultura. Collabora come disegnatore alla rivista “La Nuova Scintilla”, realizza xilografie e sigla cartelli con lo pseudonimo di “Caramba”.

Il suo percorso, in questo momento, si muove all’interno delle esperienze realiste; predilige soggetti legati alle tematiche sociali del lavoro e della condizione dei meno abbienti. Rapidamente però si avvia a una ricerca scultorea concentrata a uno studio attento dell’anatomia e della fisionomia umana. Inizia a frequentare gli ambienti cinematografici italiani nel 1956 quando realizza il drago Fafnir lungo ben sedici metri, per il film Sigfrido diretto da Giacomo Gentilomo; continua lavorando per registi quali Mario Monicelli e Marco Ferreri, Pier Paolo Pasolini e Dario Argento, per il quale contribuisce a realizzare gli effetti speciali di Profondo rosso nel 1975. L'incontro con la grande produzione cinematografica americana di Hollywood gli permetterà di affinare le sue abilità nella creazione di effetti speciali mediante l'utilizzo della meccatronica (effetti speciali ottenuti con l'unione di meccanica ed elettronica).

Quando nel 1971 viene riaperta l'istruttoria sulle circostanze della morte di Giuseppe Pinelli, il magistrato inquirente dispone un esperimento giudiziale per ricostruire le modalità di caduta del corpo dell’anarchico. Il manichino con le caratteristiche di Pinelli è progettato da Carlo Rambaldi.

Sono sue alcune delle icone del cinema fantastico contemporaneo, abilità che lo porta a vincere l'Oscar per i migliori effetti speciali per ben tre volte: il primo arriva con King Kong di John Guillermin nel 1976; il secondo nel 1979 per Alien di Ridley Scott: qui, insieme a Hans Ruedi Giger, crea la creatura aliena; il terzo è del 1982: il suo capolavoro che commuove il mondo intero sarà E.T., l’extra-terrestre di Steven Spielberg.

La perfezione delle realizzazioni di Carlo Rambaldi è stata tale che in un’occasione fu costretto a dimostrare davanti a un giudice la natura artificiale di quanto apparso sullo schermo, a causa dell’estremo realismo degli effetti realizzati: per la scena della vivisezione canina nel film Una lucertola con la pelle di donna (1971), il regista Lucio Fulci fu citato in tribunale per maltrattamento e crudeltà verso gli animali. Fulci sarebbe andato incontro ad una severa condanna penale, se Rambaldi non avesse fornito alla Corte i girati non montati e i fantocci dei cani utilizzati per le riprese.

È deceduto il 10 agosto 2012 all'età di 86 anni a Lamezia Terme in Calabria, dove viveva da molti anni.


“Contadino”, sagoma (due parti ricomposte) a tempera dipinta su masonite, misure massime cm. 370x125 ca., non firmata, s.d. (secondo dopoguerra).