Giuseppe Zigaina (Cervignano del Friuli, Udine, 1924 – Palmanova, 2015)
Undicenne entra nel collegio di Tolmino dove rimane fino all’8 settembre 1943. Conseguita la maturità artistica a Venezia nel 1944, due anni dopo, a Udine, stringe amicizia con Pier Paolo Pasolini. Le sue opere di orientamento realista vengono esposte nel 1948 alla Galleria del Cavallino di Venezia e, pochi mesi dopo, alla Biennale della medesima città. Nello stesso anno partecipa alla Quadriennale di Roma (vi parteciperà anche nel 1956, ’60, ’65, ’72, ’86). Alla Biennale di Venezia del 1950 si aggiudica il «Premio Fontanesi».
L’anno seguente vince il «Premio Bologna» e prende parte alle mostre Cinquante peintres italiens d’aujourd’hui, alla Galerie La Boetie di Parigi e Realist Italian Painters, alla Gimpel Fils Gallery di Londra. Nel 1952 è presente con tre grandi opere alla Biennale di Venezia. Due anni dopo espone nuovamente alla rassegna lagunare, realizza un grande murale per la Triennale di Milano e partecipa alla Biennale di San Paolo del Brasile. Nel 1955 espone alla Galleria del Pincio, a Roma. Nell’occasione Pasolini gli scrive il poemetto Quadri friulani poi pubblicato nella raccolta Le Ceneri di Gramsci. Cinque anni più tardi partecipa, con una mostra personale, alla XXX Biennale di Venezia aggiudicandosi il «Premio Ginori».
Dopo le partecipazioni alle Biennali di San Paolo del Brasile (1965) e di Venezia (1966), nel 1968 esegue i bozzetti per il nuovo allestimento scenico de Il giocatore di Prokofiev, messo in scena al Teatro dell’Opera di Roma. Nel 1971 collabora al film Decameron di Pasolini. Nel corso degli anni Settanta tiene importanti mostre a Berlino, Amburgo, Bonn, Londra, Lugano, Innsbruck, Vienna, Graz, Ginevra. Dopo aver preso parte alla Sezione Internazionale della Biennale di Venezia, gli viene pubblicato il Catalogo Generale dell’Opera Grafica (1952-1981).
Nel 1985 tiene un ciclo di lezioni all’Art Institute di San Francisco. Nel 1990 espone alla mostra organizzata dalla Biblioteca Nazionale di Parigi Cento artisti testimoniano per l’uomo (mostra itinerante al Centro Regina Sofía di Madrid e alla Galleria d’Arte Moderna di Praga). Tiene una grande mostra antologica al Budapest Ernst Museum (1993) e, nello stesso anno, per la Marsilio Editori, pubblica il saggio Pasolini e l’abiura. Due anni dopo esce la grande monografia in due volumi Zigaina, comprendente uno studio sulla pittura, il disegno e il catalogo generale delle incisioni.
(Andrea Romoli)
Uomini del Po, 1951, olio su tavola, 59,1×46,7 cm
(Foto: Alessandra Pedonesi e Aldo Cimaglia)
Mio padre che ascolta, 2005, olio su tela con collage, 148×110 cm
(Foto: Corrado De Grazia)