Jordi Pericot (El Masnou, Barcellona, 1931)
Pericot si avvicina all’arte dopo aver frequentato i corsi di filosofia dell’Università di Barcellona. Trapiantato a Tolosa, si iscrive alla locale Scuola di Belle Arti. Nel 1960, come borsista del governo francese, si trasferisce a Parigi, dove risiede per un decennio. Qui conosce le ricerche delle neoavanguardie parigine. Dopo neanche un anno aderisce al «Groupe de Recherche d’Art Visual», pioniere in Europa dell’arte cinetica. In quegli anni sperimenta le tecniche cinematografiche, legate alle contemporanee ricerche sull’immagine in movimento, e produce un documentario a sfondo sociale sulle Isole Antille.
Solo alla fine degli anni Sessanta rientra in Spagna. Qui, vista la lunga formazione e l’approfondita conoscenza delle neoavanguardie francesi, introduce per primo le ricerche della op art. Nel 1968 fonda a Barcellona «Mente», acronimo di «Manifestación Experimental de Nuevas Formas Escénicas», un collettivo che riunisce pittori, architetti, musicisti, critici e direttori di teatro. Espone le sue opere nelle prime cinque rassegne del gruppo, dal 1968 al 1970. Utilizza per i suoi lavori materiali più tradizionali, come il legno, e più innovativi, come l’acciaio, il metacrilato, il poliestere.
Da questo momento inizia una lunga attività di insegnamento, che lo vede impegnato ininterrottamente per più di trent’anni: presso la Scuola di Diseño Visual e Industrial di Barcellona, dal 1968 al 1985, presso la Facoltà di Belle Arti, dal 1981 al 1993, anno in cui è nominato cattedratico presso l’Università P. Fabra di Barcellona. La carriera accademica è costellata di pubblicazioni sulla diffusione e l’educazione attraverso la pratica artistica (Pedagogía del Diseño, e ¿Qué es la Educación Artistica?). Le sue opere sono selezionate per la importante retrospettiva Arte Geométrico en España, 1957-1989, organizzata a Madrid nel 1989. Il Centro de Arte Reina Sofía e il Museo de Arte Contemporáneo di Barcellona possiedono suoi lavori nelle rispettive collezioni.
(Chiara Caporilli)
Espacio y forma 3/8A divergentes, 1971, acrilico su compensato, 95×100,5 cm
(Foto: Alessandra Pedonesi e Aldo Cimaglia)