Luis Gordillo (Siviglia, 1934)

Dopo aver completato gli studi in legge si iscrive alla Scuola di Belle Arti della sua città, che frequenta dal 1955 al 1957. Nel 1958 compie il primo viaggio in Europa: si reca a Parigi dove rimane colpito dall’arte informale di Dubuffet e Fautrier, e dalla ricerca artistica di Wols. Nel 1962 compie il secondo viaggio: a Londra osserva da vicino le ricerche della pop art. Negli anni Sessanta risiede a Madrid. Qui nel 1967 è contattato dal gallerista e critico Juan Antonio Aguirre che lo include in una collettiva presso la Galleria Amadís. Due anni dopo, nella pubblicazione Arte Último, il critico lo presenta con altri undici artisti come giovane promessa dell’arte spagnola. Dal 1968 si avvicina all’arte elettronica partecipando a seminari organizzati dall’Università di Madrid. Dal 1970 comincia ad esporre in Italia: prima a Roma, in una collettiva presso la Galleria A/2, poi a Venezia alla XXXV Biennale. Nello stesso anno partecipa alla VI Biennale di S. Paolo, in Brasile. Nel 1974, un’antologica è organizzata a Siviglia, presso il Centro M-11. Nel 1976 espone per la seconda volta alla Biennale di Venezia in occasione della discussa mostra España, Vanguardia Artistica y Realidad Social, curata dal critico Tòmas Llorens. La seconda retrospettiva è organizzata nel 1977 dalla Direción General de Bellas Artes. Gli anni Ottanta vedono la sua completa affermazione sullo scenario spagnolo, a partire dal conferimento del «Premio Nacional de Artes Plásticas» nel 1981. La sua influenza crescerà a tal punto che la critica userà il termine «gordillismo». Una retrospettiva organizzata dall’Istituto Spagnolo di New York nel 1988 in occasione della chiusura della Galleria di Fernando Vijante, che tanto aveva contribuito a far conoscere le ricerche degli artisti madrileni, lo vede ancora protagonista. Le sue opere si trovano presso le collezioni del Centro de Arte Reina Sofía, del Museo de Arte Contemporáneo di Siviglia e del Museo de Bellas Artes di Bilbao.

(Chiara Caporilli)


Automovilista Gris-Malva, 1969-70, acrilico su tela, 97×130,5 cm

(Foto: Alessandra Pedonesi e Aldo Cimaglia)