Pasquale Altieri (Matera, 1966)
La produzione di Altieri spazia dalla pittura all’assemblaggio, dal ready-made alla realizzazione di installazioni site-specific. Ha esposto in decine di mostre personali e collettive, sia in Italia che all’estero, ha svolto residenze artistiche ed è stato selezionato come finalista in concorsi internazionali. Mantiene una collaborazione permanente con le gallerie 3)5 Arte Contemporanea e Artegiro Contemporary Art.
Vive e lavora a Viterbo, dove ha svolto anche un ruolo importante nella diffusione e produzione artistica del territorio, avendo diretto due gallerie di arte contemporanea.Attivo come artista dal 1985, dopo un esordio nella pittura fino all’informale, inizia il suo percorso nell’ambito della multimedialità agli inizi degli anni ’90, con la realizzazione di ambienti fruibili teletrasmessi (Iperluogo, 1991) e interventi ambientali basati su esperienze sensoriali (Interno rosso, 1995) o sulla ricostruzione biografica di personaggi, sia reali che immaginari (Abschussrampe – Rampa di lancio, 2001).
Nell’ultima parte degli anni ’90, la ricerca artistica di Altieri volge all’introspezione, culminando con un lavoro sulle wunderkammer (Ritrosia, 1999). Il segno stilistico di tutto il decennio successivo è la dicotomia tra la morbidezza e la futilità del peluche, usato come rivestimento, e la durezza intrinseca (sia essa materiale o concettuale) degli oggetti rivestiti; tra i lavori di questo periodo: 1656 (2002), Look at me (2002) e Rosa dei venti (2003). L’inquietudine di fronte alle contraddizioni del mondo, e della società occidentale in particolare, si esprime esplicitamente nei lavori successivi, in cui oggetti quotidiani ricontestualizzati diventano icone di disagio: Cose ultime (2007), Energie (2010), War games (2011). A questo periodo appartengono opere come Utopia patetica, lavoro site-specific ispirato alle opere di Simone Weil (2010), e La gara (2010), oggetto di una tesi di laurea presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università della Tuscia. Nel 2011, l’attenzione dell’artista si sposta dagli oggetti alle persone e inizia il ciclo delle Cronache, storie e resistenze, tra cui si ricordano I miei sette figli (2011), presentato nella rassegna Resist a Viterbo e alla Fabbrica del Vapore di Milano, e Varsavia blues, presentato a Roma al Museo di Storia Moderna e Contemporanea (2012) e al Photissima Festival di Torino (2014).
In questi lavori, attraverso l’uso di fotografie rapite da archivi storici, dai giornali quotidiani e anche di video ripresi dai telegiornali, Altieri scava nel rapporto tra memoria storica, privata e collettiva, interpretando, esplicitando, e rendendo onore, al dramma personale dei protagonisti di immagini pubbliche, altrimenti perso nel flusso della cronaca. Contemporaneamente, Altieri è tornato a concentrarsi sull’uso della parola, che già aveva esplorato nei primi assemblaggi e collages del 1990: non ci sono oggetti né immagini, ma solo parole che, su carte, lapidi, pareti e portali, dichiarano al mondo ciò che per l’artista è l’essenziale. Appartengono a questo periodo, tra le altre, Nihil Difficile Volenti (MAAM, 2013) ed Ex-Tempore (Giardino della Serpara, 2014) e la performance POEMA (Face-to-Face Festival, 2017).Nella produzione di Altieri, non ci sono quindi limiti all’espressione, e la scelta di tecniche e materiali è strettamente legata all’idea che vuole esprimere e all’argomento che vuole trattare o alla sensazione che vuole generare: il mondo delle possibilità è sempre lì a ricordarci che qualcosa si può sempre fare. “Fa ciò che puoi” è il suo motto del momento.
Per ulteriori dettagli: www.pasqualealtieri.com
I miei sette figli, 2011, tecnica mista su stampa fotografica incollata su multistrato, 100 x 140 cm
Il 23 maggio 2019, dalle finestre del palazzo di Corso d’Italia 25, sede nazionale della Confederazione, sono stati srotolati 14 striscioni realizzati da sei diversi artisti. I temi: accoglienza, solidarietà, integrazione, legalità, democrazia, libertà, cultura, Europa. Il titolo dell’iniziativa: “CGIL, è il momento di esporsi”
La libertà non è uno slogan, 2019, acrilico su tela, 290×150 cm
Non fare agli altri…, 2019, acrilico su tela, 150×290 cm
Sei ciò che fai #1, 2022, tecnica mista su stampa fotografica incollata su multistrato, 104 x 64,5 cm (la cornice fa parte dell'opera)
Sei ciò che fai #2, 2022, tecnica mista su stampa fotografica incollata su multistrato, 104 x 171 cm (la cornice fa parte dell'opera)
Sei ciò che fai #3, 2022, tecnica mista su stampa fotografica incollata su multistrato, 104 x 65 cm (la cornice fa parte dell'opera)
Sei ciò che fai (il giorno dopo presidio rosso) #1, 2022, tecnica mista su stampa fotografica incollata su multistrato, 104 x 148,5 cm (la cornice fa parte dell'opera)
Sei ciò che fai (il giorno dopo presidio rosso) #2, 2022, tecnica mista su stampa fotografica incollata su multistrato, 104 x 81 cm (la cornice fa parte dell'opera)
Sei ciò che fai (il giorno dopo presidio rosso) #3, 2022, tecnica mista su stampa fotografica incollata su multistrato, 104 x 148 cm (la cornice fa parte dell'opera)
Pasquale Altieri, Massimo De Giovanni, Maddalena Mauri
Pace, Lavoro, Fraternità, acrilico su tela, 2023, cm. 150X400 ca.