Piero Martina (Torino, 1912 – Torino, 1982)
Giovanissimo autodidatta si dedica al disegno e alla pittura mentre collabora con il laboratorio fotografico del padre. All’inizio degli anni Trenta entra in contatto con Francesco Menzio e con i «Sei di Torino», intrattenendo un fitto dialogo con poeti e letterati come Solmi, Montale, Gatto. I temi più frequenti nelle opere di questo periodo sono i paesaggi, le vedute urbane, i ritratti e il lavoro delle tessitrici, opere in cui l’elemento caratteristico è dato da quel colore, dai timbri spesso vibranti, che permarrà come caratteristica distintiva anche quando, dai primi anni Sessanta, l’artista adotterà la tecnica del collage. Inizia la sua attività espositiva nel 1935, in occasione della mostra della Società Promotrice di Belle Arti di Torino. La sua prima personale si tiene nel 1938 nei locali della Galleria di Genova, nel capoluogo ligure. Con l’inizio degli anni Quaranta è presente con le sue opere in numerose rassegne nazionali. Nel 1943 espone alla IV Quadriennale di Roma (vi tornerà nelle edizioni del 1948, ’55 e ’59). Al termine di un decennio di intensa attività espositiva, nel 1950 partecipa, su invito, alla Biennale di Venezia, manifestazione cui prenderà parte anche nel 1952, ’54, ’56 (con sala personale) e 1963. Dal 1969, a tre anni dalla mostra alla Galleria del Piemonte Artistico, è titolare della cattedra di Pittura all’Accademia Albertina di Torino, di cui poi assumerà la direzione. Nel 1980 la sua città natale gli dedica una grande mostra al Palazzo Chiablese.
(Andrea Romoli)
Tessitrice n. 1, 1952, olio su tela, 100×125,5 cm
(Foto: Alessandra Pedonesi e Aldo Cimaglia)
Tessitrice n. 2, 1952, olio su tela, 100×120 cm
(Foto: Alessandra Pedonesi e Aldo Cimaglia)