Raffaele Lippi (Napoli, 1911 – Napoli, 1982)

Nato a Napoli nel quartiere popolare di Vasto, si avvicina alla pittura da autodidatta. È del 1931 la sua prima esposizione, realizzata al Maschio Angioino dal Gruppo Universitario Fascista. La produzione artistica degli anni Trenta risulta di difficile ricostruzione. In quel periodo si avvicina alla ricerca di Morandi e Carrà con paesaggi e nature morte che richiamano gli umori metafisici dei due artisti. Nel 1942, durante la guerra, è trasferito sul fronte russo. Tra i pochi sopravvissuti rientra in Italia nel 1943. Tra il 1945 e il 1948 realizza la serie Macerie, con una pittura densa e drammatica carica di memorie storiche. Nel 1945 è tra i fondatori del «Gruppo Sud». In quegli stessi anni collabora come vignettista alla rivista «La Voce» e alla rivista «Sud». Dopo una crisi personale coincidente con la crisi del neorealismo italiano, a partire dal 1956 si dirige verso una ricerca dall’accentuato espressionismo. Nel 1959 espone al «Premio Genazzano». Negli anni Settanta la sua pittura si fa più meditativa, meno drammatica, tesa alla dimensione esistenziale dell’uomo immerso nell’ambiente urbano. I paesaggi degli ultimi anni sembrano diradarsi in un’atmosfera aperta, deserta, priva di presenza umana. Nel 1984 una grande antologica è realizzata nella sua città, presso Villa Pignatelli, a cura di Paolo Ricci. Venti anni dopo, nel 2004, una nuova ampia retrospettiva è allestita a Castel dell’Ovo a Napoli a cura di Vitaliano Corbi.

(Chiara Caporilli)


Napoli 1° Maggio 1953, 1953, acquerello, china e matita su carta, 69,5×93 cm

1° Maggio 1967, 1967, tecnica mista su compensato, 70×50 cm