Virginio Ghiringhelli (Milano, 1898 – San Vito di Bellagio, Como, 1964)
Si forma all’Accademia di Brera dove segue i corsi di Cesare Tallone e Ambrogio Alciati negli anni della Grande Guerra e in quelli immediatamente seguenti. Si interessa anche al lavoro di Emilio Gola come dimostrano i paesaggi eseguiti negli anni Trenta, quando i rilievi dell’Appennino piacentino e le coste liguri della Riviera di Levante diventano le mete predilette dei suoi soggiorni di studio e di lavoro. Nel 1930 acquista la galleria d’arte situata in via Brera che battezzerà col nome de «Il Milione». Lo spazio espositivo si afferma rapidamente come il luogo di propulsione e di incontro della prima generazione degli astrattisti italiani. Alla pittura aniconica l’artista era approdato passando attraverso la sintesi e la semplificazione formale richiesta dalla pittura ad affresco. Tra il 1930 e il 1932 Ghiringhelli aveva infatti eseguito alcuni cicli decorativi in Libia, lavorando accanto ad Achille Funi, che, dal 1939, avrebbe affiancato in qualità di assistente alla cattedra di Affresco all’Accademia di Brera. Alla ricerca astratta Ghiringhelli intreccia un’intensa attività organizzativa ed editoriale che culmina nel 1933, con la prima uscita della rivista «Quadrante». Nel 1934 entra in contatto con il gruppo parigino «Abstraction-Création», sulla cui rivista, nel 1935, il pittore pubblica due lavori. Negli anni della guerra la gestione della galleria lo impegna in modo sempre più esclusivo, tuttavia riesce a ricoprire l’insegnamento di Scenografia presso l’Accademia di Brera. Terminata la guerra, ricostituisce la galleria andata distrutta sotto i bombardamenti.
(Andrea Romoli)
Tirreno, 1928, olio su tela, 80×100 cm
(Foto: Giuseppe Schiavinotto)