Di seguito riportiamo la nota CGIL elaborata da tutte le Aree del Centro Confederale della CGIL Nazionale sulla Legge di Bilancio 2022-2024


Il 31 dicembre 2021 viene pubblicata la Legge di Bilancio 2022-2024 (Legge 30 dicembre 2021, n. 234, “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024”) approvata dalla Camera dei deputati e dal Senato della Repubblica con voto di fiducia (414 favorevoli e 47 contrari).

Nel corso dell’esame presso il Senato l’articolato si è tradotto nel primo dei due Titoli (con un unico articolo e 1.013 commi, a cui segue il secondo con altri 21 articoli di “stati di previsione” finanziaria). Oltre al cosiddetto maxiemendamento nel Ddl bilancio 2022, sono confluiti due decreti-legge (DL 157/2021 cosiddetto ‘decreto Frodi’ e il DL 209/2021 con “misure urgenti finanziarie e fiscali”), ma i saldi in termini di indebitamento netto risultano pressoché invariati. Per l’anno in corso, si tratta di una manovra di circa 36,5 miliardi di euro, con 23,3 miliardi di deficit e 13,2 di coperture (da 7,9 da maggiori entrate e 5,3 di minori spese).

Le valutazioni della CGIL – espresse anche in Audizione – sulla Legge di Bilancio 2022 finale non cambiano, sebbene in alcuni tratti siano stati realizzati dei miglioramenti, attraverso la pressione scaturita dalle nostre mobilitazioni. Vanno in questa direzione l’accoglimento di una serie di misure sulla scuola, la riduzione dei requisiti per l’accesso all’Ape per gli edili, l’introduzione di linee guida per regolare i tirocini extracurriculari. Tuttavia, le modifiche intercorse non mutano il segno della manovra.

In generale, la nostra valutazione rimane condizionata dalle forti criticità presenti in una serie di misure e da una serie di nodi irrisolti che rischiano di non cogliere la necessità di dare risposte al lavoro, in particolare dei giovani e delle donne, e di contrastare la precarietà, e di rafforzare adeguatamente il SSN e il sistema pubblico di assistenza sociale territoriale.. Inoltre vogliamo sottolineare in termini negativi il metodo con cui è stato condotto il confronto con le OOSS che non ha reso possibile intervenire su decisioni – come nel caso dell’intervento fiscale – solo ed esclusivamente legate ad equilibri e mediazioni nell’ambito della maggioranza. Confermiamo l’assenza di politiche industriali e di sviluppo, in grado di affrontare le crisi e di supportare la transizione verso lo sviluppo sostenibile e l’innovazione.

L’impatto della pandemia, infatti, in un’economia già debole come quella italiana e in un Paese caratterizzato da divari e disuguaglianze sociali e territoriali avrebbe necessitato di una manovra diversa, maggiormente caratterizzata sui temi del lavoro e dello sviluppo soprattutto nella prospettiva della stagione di investimenti legata al programma Next generation Eu e caratterizzata da un confronto vero con le OOSS. Lavoro e contrasto alla precarietà, fisco più equo, riforma delle pensioni, welfare e inclusione sociale e nuove politiche industriali rappresentano sia i punti alla base delle mobilitazioni unitarie e dello sciopero generale indetto il 16 dicembre scorso con la UIL, sia gli elementi qualificanti di una piattaforma rivendicativa che va oltre la definizione della stessa legge di bilancio 2022 e dovrà proseguire nei prossimi mesi.

Di seguito il commento delle principali misure.

→ Nota integrale