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Termina oggi, 16 dicembre, la settimana di scioperi e manifestazioni indetta da Cgil e Uil contro una manovra sbagliata. Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha concluso a Roma la manifestazione regionale in programma per le ore 10, in piazza Madonna di Loreto (piazza Venezia).
"La manovra non affronta i problemi del Paese - ha dichiarato il leader del sindacato di corso d'Italia - La gente non arriva alla fine del mese, i salari sono tra i più bassi d'Europa, i livelli di precarietà sono altissimi, i giovani sono costretti ad andarsene dal Paese, c’è un'evasione fiscale che è la più alta d'Europa. Questa manovra - ha proseguito - non affronta questi problemi e noi stiamo chiedendo di ridurre la tassazione sul lavoro dipendente, di cancellare i voucher e non di ripristinarli, stiamo chiedendo di fare investimenti su sanità, sulla scuola e sulla pubblica amministrazione per creare lavoro e, soprattutto, questo governo ad oggi non ha discusso con le organizzazioni sindacali"
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Oltre al Lazio si mobilitano oggi anche lavoratrici e lavoratori di: Alto Adige, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli, Liguria, Lombardia, Molise, Sardegna, Toscana.
Uno sciopero per chiedere: di aumentare i salari detassando gli aumenti dei contratti nazionali, portando la decontribuzione al 5% per i salari fino a 35.000 euro per recuperare almeno una mensilità, e introducendo un meccanismo automatico di indicizzazione delle detrazioni all’inflazione (cosiddetto recupero del drenaggio fiscale); di conferire tutele a tutte le forme di lavoro, assegnando ai Ccnl un valore generale, sancendo così anche un salario minimo e diritti normativi universali; di eliminare le forme di lavoro precario per un unico contratto di inserimento al lavoro con contenuto formativo; una riforma fiscale che rispetti il principio della progressività; la tassazione degli extraprofitti che generi risorse per un contributo straordinario di solidarietà; la rivalutazione delle pensioni; risorse per il diritto all’istruzione, per la sanità che ha affrontato e sta affrontando gli effetti drammatici della pandemia; di cancellare la legge Fornero e introdurre: l’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e “povere”, il riconoscimento del lavoro di cura, il riconoscimento delle differenze di genere, l’uscita con 41 anni di contributi.