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La Cgil, con le sue categorie, lancia una campagna di sensibilizzazione e informazione sulla precarietà, ma anche di lotta contro la precarietà. L'obiettivo è focalizzare l’attenzione sulle questioni della qualità e della dignità del lavoro e della condizione dei redditi, temi che per la Confederazione “non sono al centro dell’agenda politica del nostro Paese”.
“La precarietà ha troppe facce. Combattiamola insieme” sarà lo slogan della campagna che per nove settimane darà voce a chi fa i conti con ogni tipo di flessibilità e di incertezza, i milioni di precari di tutte le età, in ogni settore produttivo, pubblico e privato, al Nord come al Sud e al Centro. Contratti a termine, part time, spesso involontari, in appalto, in somministrazione, stagionali, con voucher o intermittenti, a collaborazione o partita Iva, con orari ridotti, irregolari.
“Abbiamo scelto i volti - spiega la segretaria confederale della Cgil Maria Grazia Gabrielli - perché dietro ai numeri dei milioni precari ci sono persone, con le loro storie, le loro ansie, i problemi quotidiani, i sogni, le aspettative. Raccontarli in maniera diretta, chiara e nitida, le rende concrete”. Per la dirigente sindacale “le politiche fatte hanno peggiorato il quadro, dal Jobs Act ai più recenti provvedimenti attuati da questo Governo nel Dl 48 del 4 maggio 2023, con cui si è ulteriormente liberalizzato l'uso del contratto a termine e riesteso l'uso del voucher, ai provvedimenti in discussione in queste settimane relativi al Collegato Lavoro e al Decreto Pnrr. E, ancor peggio, le scelte che non vengono compiute lasciano questi lavoratori in una condizione di mancanza di libertà, poiché non possono vivere dignitosamente né decidere della propria vita. inoltre le condizioni di lavoro presenti segnano già il rischio di una futura pensione povera”. Per questo, conclude Gabrielli “la precarietà va combattuta tutti insieme e noi continueremo a farlo con molti strumenti, dalla contrattazione alle proposte di riforma, con il contenzioso e la mobilitazione”.
Primo focus della campagna: le lavoratrici e i lavoratori a termine che in Italia secondo l’Istat sono circa 3 milioni. Stando alle rilevazioni Inps (osservatorio sui lavoratori dipendenti del settore privato non agricolo 2022), nel settore privato, la retribuzione media annua è di 10.400 euro, il numero di giornate retribuite 155, pari a circa 6 mesi. Sono soprattutto giovani under 35 (il 48,9%), più uomini che donne (52,4% contro 47,6%), tra i settori spiccano noleggio, agenzie di viaggio, supporto alle imprese (21%) e alloggio e ristorazione (15%).
Ma è anche nei settori pubblici che i numeri colpiscono: oltre 500 mila le persone occupate a termine, di cui più di 106 mila nella pubblica amministrazione, dalla sanità alle funzioni locali; quasi 205 mila docenti nella scuola; altri 200 mila lavoratori circa dei settori della conoscenza (scuola, ricerca, università, alta formazione).
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