Lo stato dell’arte: gli investimenti diretti in opere pubbliche sono fermi all’11% del plafond disponibile, il resto è stato speso in incentivi automatici; su temi come Lavoro, Politiche sociali, Salute le percentuali oscillano tra lo 0,8 e il 3,7%.

Il 22 febbraio il Ministro Fitto ha illustrato i contenuti della quarta relazione sullo stato di attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che sarà depositata a breve in Parlamento. Si tratta della seconda relazione del Governo Meloni.

In base al decreto legge 77/21, il Governo deve trasmettere alle Camere con cadenza semestrale una relazione sullo stato di attuazione del PNRR, recante:  

  • le informazioni sull'utilizzo delle risorse e sui risultati raggiunti;
  • le eventuali misure necessarie per accelerare l'avanzamento dei progetti e per una migliore efficacia degli stessi rispetto agli obiettivi perseguiti;
  • una nota esplicativa relativa alla realizzazione dei traguardi e degli obiettivi stabiliti nel periodo di riferimento e ogni elemento utile a valutare lo stato di avanzamento degli interventi, il loro impatto e l'efficacia rispetto agli obiettivi perseguiti, con specifico riguardo alle politiche di sostegno per l’occupazione e per l’integrazione socio-economica dei giovani, alla parità di genere e alla partecipazione delle donne al mercato del lavoro.

La relazione, di cui è stata diramata una bozza, è divisa in due volumi: la relazione vera e propria, che illustra l'attività svolta e le novità del periodo di riferimento, e le schede sull’attuazione delle riforme e degli investimenti a cura delle Amministrazioni titolari.

A sua volta, il primo volume illustra nella prima parte il nuovo PNRR, che è stato approvato l’8 dicembre 2023 da parte del Consiglio dell’Unione europea, mentre nella seconda vengono illustrate, nel dettaglio, le modifiche alle misure del Piano, relative alle sei Missioni del PNRR originario e alle misure che compongono la Missione 7, corrispondente all’introduzione del nuovo capitolo REPowerEU.

Analizziamo in questo documento la parte relativa all’avanzamento finanziario del Piano al 31 dicembre 2023, rimandando ad altre schede l’analisi delle modifiche del PNRR.

Questi i dati fondamentali illustrati nel documento governativo.

Al 31 dicembre l’Italia ha ricevuto dall’Unione Europea risorse pari a € 101.930.714.506,00.

Le spese sostenute sono pari a 45,6 miliardi di euro, che scendono a poco meno di 43 miliardi se si considera che 2,6 miliardi fanno riferimento a misure che sono uscite dal nuovo PNRR.

Nel 2023 sono state spese risorse per 21,1 miliardi di euro.  

Pertanto, al 31 dicembre l’Italia ha speso il 42 per cento delle risorse ricevute e il 22 per cento del totale del budget del PNRR.

Nel triennio 2024-2026 l’Italia dovrà spendere circa 151 miliardi di euro (media di 50 miliardi per anno).  

Nella seguente tabella le spese sostenute per tipologia di interventi.

Tipologia Interventi

Budget (mln €)

Spesa sostenuta 31/12/2023 (mln €)

%

Acquisto di beni

8.774,00

1.192,99

13,60

Acquisto o realizzazione di servizi

45.329,74

3.570,52

7,88

Altro

1.842,50

6,53

0,35

Concessione di contributi a soggetti diversi da unità  produttive

14.780,00

13.970,91

94,53

Concessione di incentivi ad unità produttive

43.207,71

14.185,06

32,83

Realizzazione di lavori pubblici

80.482,00

10.071,54

12,51

TOTALE

194.415,95

42.997,56

22,12

Riguardo alla realizzazione dei lavori pubblici, la situazione della spesa è illustrata nella seguente tabella.

Categoria soggetto attuatore

Budget misura (mln €)

Spesa sostenuta al 31/12/2023 (mln €)

%

Amministrazioni centrali

16.834,42

550,68

3,27

Anas

17,00

0,00

0,00

Autorità di Sistema Portuale

616,21

0,73

0,12

Enti pubblici territoriali

33.614,86

3.287,30

9,78

Imprese

6.578,90

836,71

12,72

RFI

22.820,62

5.396,12

23,65

Totale complessivo

80.482,00

10.071,54

12,51

Infine, in questa tabella le risorse a disposizione di ciascuna Amministrazione titolare, la spesa totale al 31 dicembre 2023, le risorse totali da spendere.

Amministrazione titolare

Totale risorse del nuovo PNRR (mln €)

Spesa totale al 31 dicembre 2023 (mln €)

Risorse totali da spendere (mln €)

Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

39.839,00

6.055,00

33.784,00

Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica

33.714,00

14.021,00

19.693,00

Ministero delle Imprese e del Made in Italy

28.878,00

13.762,00

15.116,00

Ministero dell'Istruzione e del Merito

17.059,00

2.988,00

14.071,00

Ministero della Salute

15.626,00

590,00

15.036,00

Ministero dell’Università e della Ricerca

11.583,00

1.386,00

10.197,00

PCM - Dipartimento della Trasformazione Digitale

11.446,00

1.244,00

10.202,00

Ministero del Lavoro e Politiche Sociali

8.404,00

59,00

8.345,00

Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste

6.530,00

201,00

6.329,00

Ministero della Cultura

4.205,00

152,00

4.053,00

Ministero dell'Interno

3.596,00

354,00

3.242,00

Ministero della Giustizia

2.680,00

679,00

2.001,00

Ministero del Turismo

2.400,00

67,00

2.333,00

In corso di assegnazione

1.390,00

0,00

1.390,00

PCM - Dipartimento della Funzione Pubblica

1.270,00

113,00

1.156,00

Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

1.200,00

598,00

602,00

PCM - Dip Protezione Civile

1.200,00

238,00

962,00

PCM - Struttura commissariale alla ricostruzione

1.200,00

1.200,00

PCM - Dipartimento per lo Sport

700,00

27,00

673,00

PCM - Dipartimento per le Politiche

Giovanili ed il Servizio Civile Universale

650,00

324,00

326,00

Ministero dell'Economia e delle Finanze

340,00

103,00

237,00

PCM - Dipartimento per le Politiche di Coesione

320,00

19,00

301,00

PCM - Dipartimento per gli Affari Regionali e Autonomie

135,00

1,10

134,00

Giust. Amm.va (Consiglio di Stato e

Tribunali Amministrativi Regionali)

42,00

15,00

27,00

PCM - Dipartimento Pari opportunità e Famiglia

10,00

0,20

10,00

Totale

194.416,00

42.998,00

151.418,00

  

Da segnalare che le risorse indicate come “in corso di assegnazione” fanno riferimento all’investimento denominato “Strumento finanziario per l'efficientamento dell'edilizia pubblica, anche residenziale (ERP), e delle abitazioni di famiglie a basso reddito e vulnerabili”, nell’ambito della Missione 7 dedicata al RePowerEU.

Le nostre valutazioni

Nonostante le rassicuranti parole della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e del Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, la quarta relazione al Parlamento suscita particolari preoccupazioni sullo stato di salute del PNRR.

Come è stato sottolineato da più parti, la spesa sostenuta è particolarmente bassa.  

Colpisce, ad esempio, che il Ministero della Salute abbia speso appena il 3,7% dei 15,6 miliardi disponibili e che il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali sia fermo a un misero 0,8%.

Il dato di fondo è che gli investimenti diretti in opere pubbliche sono fermi a un preoccupante 11% del plafond disponibile, mentre il grosso della spesa è consistito fin qui nell’erogazione di incentivi automatici.

Ricordiamo, oltretutto, che la Nadef del 2022 prevedeva una spesa per il 2023 pari a oltre 40 miliardi di euro, mentre ne sono stati spesi poco più della metà. Ma ancora più preoccupante è la mancanza di dati relativi a quante delle risorse spese fanno riferimento a progetti in essere. Come è noto, essi riguardano interventi che erano in parte già considerati negli andamenti di finanza pubblica precedenti al PNRR e nelle previsioni di crescita macroeconomica del nostro Paese. A tali progetti sono stati destinati circa 67 miliardi di euro, di cui 15,6 miliardi di euro riferibili al Fondo Sviluppo e Coesione sotto forma di anticipazione della programmazione 2021-2027.  

Inoltre, come abbiamo denunciato, sui progetti in essere c’è il rischio concreto che il governo intenda disapplicare le disposizioni sulla clausola occupazionale per giovani e donne.

Stante così la situazione è evidente che il prossimo decreto-legge PNRR, continuamente rinviato e che dovrebbe essere finalmente varato la prossima settimana dal Governo, avrà dimensioni pari a una intera manovra finanziaria.  

Tutto ciò avverrà dopo un lungo e tortuoso percorso caratterizzato da una totale opacità dei processi decisionali e una partecipazione pari a zero del Parlamento e delle parti sociali.

A tal proposito riteniamo inaccettabile quanto scritto nella relazione, che confina il confronto con i sindacati nel ristretto ambito degli incontri settoriali. Se il PNRR costituirà il più importante punto di riferimento rispetto alle scelte politiche ai vari livelli di governo, ai possibili cambiamenti in settori chiave quali sanità, scuola, ambiente, trasporti ecc., e alle ricadute sulla vita concreta delle persone, la CGIL sfida il governo ad avviare un confronto vero, in cui trasparenza e coinvolgimento diffuso costituiscano elementi vitali per la sua realizzazione.  

Non sfuggirà a nessuno, infatti, che una tale mole di risorse da spendere e le numerose riforme da varare e/o attuare, richiedono il superamento di un approccio sostanzialmente tecnocratico ai problemi, che non possono essere risolti nell’ambito di cerchie ristrette e nel chiuso di qualche ufficio, e l’attivazione di reali processi democratici e partecipativi.

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