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Roma, 17 novembre - “Oggi il Ministro Calderoli ha formalmente incontrato la Conferenza delle Regioni per illustrare il disegno di legge che darà attuazione all’articolo 116 terzo comma della Costituzione al fine di riconoscere maggiore autonomia alle Regioni che la richiedono. Questa è l’ennesima tappa di un percorso iniziato da tempo e che la Cgil ha seguito fin dall’inizio con grande attenzione e preoccupazione, consapevole che si tratta di un tema di assoluta delicatezza per l’assetto istituzionale della Repubblica, per i rapporti tra Stato, Regioni, Città Metropolitane, Province e Comuni, e per la garanzia dell’uniformità dei diritti fondamentali in tutto il territorio, da nord a sud, da est a ovest. Auspichiamo che il nuovo Ministro non voglia escludere le parti sociali dal necessario confronto su una questione così dirimente per la vita di tante lavoratrici e lavoratori”. È quanto dichiara il segretario confederale della Cgil Christian Ferrari.
“In questi mesi - prosegue il dirigente sindacale - stiamo affrontando una difficile emergenza economica e sociale, che sta impoverendo milioni di persone, e che può essere superata solo mettendo in atto ogni intervento necessario a ridurre le inaccettabili diseguaglianze già esistenti e i divari territoriali sempre più ampi. Il riconoscimento dell'autonomia differenziata va, invece, in direzione opposta. Non possiamo che essere contrari ad ogni ipotesi di riconoscimento di autonomia che comporti una differenziazione della esigibilità dei diritti e del rispetto dei principi fondamentali, che cristallizzi i divari esistenti, redistribuendo le risorse non in base alle necessità di un territorio, ma in base alla spesa storica, che disarticoli l’unità del sistema di istruzione”.
“Non è questo il tempo di procedere a riforme dell’architettura istituzionale della Repubblica che accrescono la frammentazione dell’unitarietà dei diritti civili e sociali dei cittadini. È il tempo - conclude Ferrari - di dare piena attuazione ai principi fondamentali della Costituzione garantendo l’uguaglianza sostanziale dei cittadini in ogni regione”.