Roma, 7 marzo – “È ovviamente necessario prevenire e contrastare la violenza sulle donne, ma fa specie che alla vigilia dell'8 marzo, e non del 25 novembre, tutto ciò che il Governo riesca a mettere in campo sia una nuova fattispecie di reato che, in quanto tale, interviene a violenza già subita. Le donne vogliono diritti da vive. Non ci si occupa mai dell’elemento culturale, del superamento della visione arcaica e patriarcale che fa da substrato alla violenza. E non si parla mai di lavoro stabile e retribuito per le donne, non si affronta il nodo della condizione delle donne nel lavoro e nella società, con tutte le disparità e le discriminazioni ormai tristemente note. È questa condizione di marginalità che espone alla violenza”. È quanto dichiara la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione.

“Per l'Esecutivo evidentemente – prosegue la dirigente sindacale – le donne sono visibili e degne di attenzione solo se vittime, madri o mogli. E in queste due ultime vesti, unicamente come destinatarie di bonus di dubbia incisività o titolari del lavoro di cura. Di misure strutturali a sostegno della genitorialità neanche l'ombra, così come di provvedimenti per migliorare la qualità del lavoro, combattere discriminazioni e precarietà. Ed è per questa ragione – conclude la segretaria confederale della Cgil – che abbiamo fortemente voluto promuovere i referendum per rendere il lavoro più stabile e sicuro, e quindi aumentare diritti e tutele anche delle donne”.