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Roma, 6 marzo – “Al Governo e alla Presidente del Consiglio chiediamo atti concreti e non retorica, che da sola non può cambiare la condizione delle donne, ancora troppo discriminate, penalizzate e vittime di varie forme di violenza”. È quanto dichiara la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione a due giorni dalla Giornata internazionale delle donne.
“Per prima cosa – sostiene la dirigente sindacale – vogliamo che venga ripristinata la condizionale che assegnava alle donne il 30% dei posti di lavoro creati da bandi legati al PNRR. Averla tolta è stato un grave errore visti i dati impietosi sulla qualità e quantità dell'occupazione delle donne. Senza lavoro e con bassi salari – prosegue – anche liberarsi dalla violenza domestica è impossibile. Chiediamo per questo di superare la precarietà del lavoro e il part time. Rispetto alle pensioni – aggiunge – vogliamo che siano ripristinate le forme di flessibilità in uscita e che venga riconosciuto il lavoro di cura. Le donne erano già penalizzate dalla Legge Fornero, ma questo Governo è riuscito a fare peggio”.
Per Ghiglione inoltre “servono servizi pubblici per liberare le donne dalle responsabilità di cura. A cosa servono i bonus per gli asili nido se poi non vengono creati? Vogliamo che venga introdotto il congedo paritario per i padri per non essere più discriminate all'atto delle assunzioni e nei percorsi di carriera”.
“Chiediamo fortemente di respingere la proposta di legge che vuole obbligare le donne che decidono di interrompere la gravidanza ad ascoltare il battito cardiaco del feto. Qui – denuncia la segretaria nazionale della Cgil – si propone una violenza istituzionale, mentre in Francia è stato inserito in Costituzione il diritto delle donne di decidere sul proprio corpo”.
“L'8 marzo le donne italiane faranno rumore – conclude Ghiglione –, alcune in piazza, altre nelle tante iniziative che si terranno in tutte le città, e il 9 manifesteremo per chiedere la pace e il diritto al dissenso. Il nostro rumore coprirà la retorica di chi si professa dalla parte delle donne ma poi, nei fatti, agisce nel modo contrario, rendendole sempre più marginali e privandole di ogni opportunità”.