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Roma, 19 settembre - “Continua l’attacco all’interruzione volontaria di gravidanza e la campagna di disinformazione delle associazioni antiabortiste e di alcune forze politiche che, con modalità e immagini durissime, tentano di colpevolizzare le donne e attaccare la loro libertà di autodeterminazione rispetto alla maternità”. Lo affermano, in una nota congiunta, Cgil nazionale e Fp Cgil.
“La legge 194 - ricordano Cgil e Fp - nasceva proprio per rispondere a queste esigenze: abbattere la piaga dell’aborto clandestino. Inoltre, valorizzava i consultori familiari che, come sappiamo, oggi sono ridotti nei numeri, negli organici e in alcuni territori addirittura inesistenti”.
Per Cgil e Fp Cgil “è necessario, invece, parlare dei tassi di obiettori di coscienza - in Italia circa il 75%, con picchi del 90% in alcuni territori - che rendono di fatto inagibile questo diritto per molte donne, e del contrasto al farmaco RU486 per l’aborto farmacologico messo in atto da diverse Regioni, in aperto conflitto con le nuove linee guida del ministero della Salute”.
“Siamo impegnati e sosteniamo da sempre - sottolineano Cgil e Fp - l’importanza di una scelta libera e consapevole, in cui l’ultima parola spetta solo alle donne, la loro libertà e autodeterminazione attraverso la valorizzazione dei consultori pubblici. Per questo chiediamo al Governo e al ministero della Salute di: garantire l’assunzione di personale non obiettore per garantire la piena applicazione della 194 in tutte le Regioni e strutture, sanzionando le amministrazioni inadempienti; intervenire sulle Regioni affinché sia garantita a tutte le donne, in tempi certi, la possibilità di accedere alla Ivg farmacologica, anche in regime ambulatoriale; predisporre anche all’interno del Pnrr un progetto straordinario di investimento sui consultori pubblici, nella direzione di un loro pieno potenziamento dal punto di vista infrastrutturale e del personale, per tutte le attività che per legge sono ad essi attribuite; istituire un apposito tavolo di monitoraggio, aperto a tutti i soggetti istituzionali e sociali rappresentativi, sull’attuazione delle nuove Linee di indirizzo del ministero della Salute sul ricorso all’aborto farmacologico, nonché sulla presenza di personale obiettore di coscienza dettagliata per ogni struttura ospedaliera e ogni consultorio; garantire la piena applicazione da parte delle Regioni, delle università e delle strutture sanitarie di quanto previsto dall’art. 15 della 194, ovvero la promozione della formazione e informazione del personale sanitario e ausiliario di tutti i percorsi di supporto e assistenza alla donna”.
“La 194 difende la vita, ed è stata conquistata con la lotta e con il voto. Devono cessare tutti i comportamenti che violano questa legge e rendono inagibile nel nostro Paese questo diritto, così come più volte ammonito dall’Unione europea”, concludono Cgil e Fp Cgil.
→ Di seguito la nota di approfondimento Cgil nazionale e Fp Cgil: "Oggi come allora l’autodeterminazione delle donne passa attraverso la legge 194/78"