Roma, 16 dicembre - “Il parere che la maggioranza parlamentare di destra si appresta a votare dando parere favorevole alle modifiche al Codice degli Appalti è a dir poco ambiguo e sicuramente contro i lavoratori, in particolare contro le tante e tanti che lavorano nei servizi e nelle forniture, ma non solo. Con un unico risultato: meno tutele e garanzie per chi lavora negli appalti, più caos, maggiore discrezionalità e zone grigie e, alla fine, anche più ritardi nelle procedure. Insomma, il contrario di quanto promesso in sede di Pnrr all’Unione Europea e di quanto c’è bisogno”. Così commenta, in una nota, Alessandro Genovesi, responsabile contrattazione inclusiva, appalti e lavoro nero della Cgil Nazionale, in merito alla proposta di parere che sarà votata in queste ore dal Parlamento.

“In particolare - aggiunge il dirigente sindacale - non si affronta nel merito il tema delle false equivalenze tra Ccnl che in realtà riconoscono meno salario, meno formazione, meno sicurezza in deroga agli stessi principi della legge delega 78 del 2022 che alla lettera h) è quanto mai chiara in termini di garanzie delle stesse tutele economiche e normative. Così come non si entra nel merito rispetto ai criteri volti a riconoscere in modo improprio e illegittimo quali siano i contratti collettivi nazionali e territoriali firmati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative”.

Secondo Genovesi: “Il Parlamento si comporta come Ponzio Pilato, non recepisce neanche i dubbi e le perplessità di Anac e Consiglio di Stato e per di più accetta di farsi sottrarre materie che, non previste dalla legge delega, come appunto la definizione di norme per la misurazione della maggiore rappresentanza comparata, stravolgeranno la vita di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori, alimentando concorrenza sleale e dumping sociale a danno anche delle imprese più serie”.

Inoltre, prosegue il responsabile contrattazione inclusiva, appalti e lavoro nero “colpisce, leggendo le varie prese di posizione, come spesso si riduca il tema degli appalti alla sola edilizia, settore certo importante, ma non l’unico, anzi. Tra legittimazione di equivalenze improprie e legittimazione di contratti pirata attraverso una dilatazione del concetto di ‘soggetti comparativamente più rappresentativi’, sarà soprattutto negli appalti di servizi, pulizie, mense, servizi sociali e nelle tante forniture che il far west dilagherà ulteriormente”.

“Il Governo e il Parlamento - continua Genovesi - sono ancora in tempo per rinsavire e ascoltare quanto denunciato da Cgil, Cisl e Uil e dalle principali associazioni datoriali, oltre che da tutte le forze parlamentari di opposizione, e stralciare le norme dell’allegato I.01 che interviene a gamba tese nelle relazioni industriali. Si lascino lavorare le principali organizzazioni dei lavoratori e delle imprese, tutte d’accordo a normare come misurare la rappresentatività comparata e se ne rispettino funzioni e prerogative”.

“In caso contrario, se invece il Governo e la maggioranza di destra vorranno andare avanti, si assumeranno una grave responsabilità, con un aumento di incertezza e ricorsi, producendo - conclude Genovesi - danni immensi ai lavoratori, all’imprese più sane e all’intera economia del Paese”.