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Roma, 23 novembre - “È paradossale che un Paese tra i più vecchi al mondo non investa sui bambini e sulle bambine. Il diritto a frequentare un asilo nido viene garantito a poco più di un bambino su quattro, mentre in 900 mila sono ancora esclusi dai servizi educativi per la prima infanzia. Uno scenario preoccupante. Al Governo chiediamo meno promesse e meno retorica sulla natalità: occorrono politiche strutturali e di prospettiva che vedano la centralità dei bambini, dei loro diritti, dei loro bisogni”. Così la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi commenta i dati diffusi questa mattina dall’Istat.
Per la dirigente sindacale “l’unico dato apparentemente positivo, quello della percentuale di posti nido rispetto al numero dei potenziali fruitori, è determinato in realtà dal calo delle nascite”, e “oltre al problema dell’insufficiente numero di posti, peraltro inferiore a quello degli anni pre pandemici e con metà dei nidi con liste d’attesa, è altrettanto critica la situazione dei costi a carico dell’utenza: pochi nidi che prevedono l’esenzione delle rette in relazione alle condizioni economiche delle famiglie e quindi, nell’accesso al servizio, sono penalizzati i nuclei più disagiati, sia dal punto di vista economico che geografico”.
A tal proposito, “preoccupano fortemente anche i forti divari territoriali nell’offerta, che corrispondono a notevoli disparità nelle risorse pubbliche erogate. Peraltro - prosegue Barbaresi - le aree più svantaggiate, dove si concentrano le famiglie in peggiori condizioni economiche, beneficiano di meno risorse pubbliche in relazione alla minore offerta di nidi e servizi educativi e contemporaneamente per la minore possibilità di intercettare misure di sostegno come i bonus”.
La segretaria confederale ricorda poi che nel Ddl Bilancio 2024 il Governo interviene sul bonus asilo nido, “un intervento che si fonda ancora una volta sull’idea che le sole erogazioni economiche siano una sufficiente leva a sostegno della genitorialità, ma che mal si armonizza con una carenza strutturale dei posti nido e con diseguaglianze territoriali destinate ad accrescersi. Una misura ben lontana dal garantire l’universalità dell’offerta educativa 0-6 con la gratuità degli asili nido e l'obbligatorietà della scuola dell’infanzia”.
“Il Governo operi concretamente per il raggiungimento degli obiettivi europei, a partire dalla realizzazione degli impegni del PNRR, e per un’infrastruttura educativa e sociale strategica per garantire i diritti di tutti i bambini e le bambine a un percorso educativo e di socialità di qualità sin dalla primissima infanzia”.