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Roma, 16 aprile – “È necessaria nel nostro Paese una Legge nazionale che riconosca la figura del Caregiver Familiare, ma senza stravolgerne la natura volontaria e non professionale. Non si alimenti il lavoro povero. Il Governo deve riaprire i percorsi di confronto generale, in cui poter discutere di previdenza, sistemi di sgravi fiscali anche per i Caregiver senza scorciatoie”. È quanto dichiarano Daniela Barbaresi, segretaria confederale della Cgil, e Santo Biondo, segretario confederale della Uil, informati dell'esito dell'ennesima seduta del tavolo interministeriale voluto dalla Ministra Locatelli e dal Viceministro alle politiche sociali Bellucci per una Legge nazionale volta al riconoscimento della figura del Caregiver Familiare.
Per i dirigenti sindacali “la definizione, seppur complessa, di alcuni aspetti del ruolo e delle attività dei Caregiver non può prescindere dallo sviluppo e dal potenziamento di un sistema di servizi, con finanziamenti adeguati per i necessari interventi e per la rete dell’assistenza, che garantisca i percorsi di presa in carico, soprattutto a domicilio della persona con disabilità o non autosufficiente. Al fine di consentire la reale possibilità al Caregiver di costruire propri progetti di vita con scelte non obbligate in ambito lavorativo, tali servizi devono rientrare nei LEP”.
Infine, per Barbaresi e Biondo nell’ambito più specifico del lavoro di approfondimento, anche giuridico, del tavolo tecnico interministeriale, “si ritiene necessario rammentare che tutti gli aspetti che attengono alle attività lavorative, nonché alla previdenza e ai sistemi di sgravi fiscali, devono essere riconosciuti e declinati anche per i Caregiver nei percorsi di confronto generale, che il Governo deve riaprire con le organizzazioni sindacali senza troppo procrastinare”. “I lavori di un gruppo tecnico - sostengono i segretari di Cgil e Uil - dovrebbero necessariamente essere riconsegnati nell’ambito delle prerogative del Parlamento, dove peraltro sono in attesa di discussione ben otto proposte di Legge sul profilo del Caregiver, senza però definirne a priori caratteristiche che potrebbero restringere la platea dei destinatari. Anche in considerazione del fatto che molte regioni hanno già legiferato sulla materia - aggiungono - è necessario chiarire che nessuno può pensare di far passare l’impostazione sbagliata del DDL Calderoli, perché alimenterebbe ulteriori disuguaglianze”.
“È necessario evitare che il Governo con questa impostazione sulla figura del Caregiver vada ad alimentare il già straripante bacino di lavoro povero in questo Paese”, concludono Barbaresi e Biondo.
Comunicato stampa Cgil nazionale, Uil nazionale