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Roma, 9 aprile - "La sentenza della Corte di Cassazione, secondo cui l’indicazione corretta sulla carta d'identità dei minori è 'genitori' e non 'padre' e 'madre', mette fine a un calvario durato quasi sei anni in cui l'interesse superiore dei bambini e delle bambine era stato cancellato dall'ideologia ossessiva e integralista dell'estrema destra, quella dell'allora Ministro dell'Interno e dell'attuale Governo". Così la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi.
"Il decreto ministeriale del 2019 - prosegue la dirigente sindacale - pretendeva di imporre un falso ideologico, qualificando come 'padre' o 'madre' anche il secondo genitore dello stesso sesso del primo. Un’intollerabile violenza viene finalmente eliminata a favore della pluralità e della piena legittimità di ogni famiglia. Perché - conclude Barbaresi - le famiglie sono il luogo degli affetti, non il terreno per battaglie antistoriche”.