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Roma, 6 dicembre - Di seguito riportiamo il documento conclusivo approvato quest'oggi dall'Assemblea generale della Cgil che si è riunita a Roma, presso la sede nazionale della Confederazione.
L’Assemblea generale della Cgil approva la relazione e le conclusioni del Segretario generale, assume i contributi al dibattito e ribadisce le analisi, le decisioni e gli obiettivi contenuti negli Odg conclusivi approvati nelle precedenti riunioni, nonché le rivendicazioni che sono alla base del percorso di mobilitazione in corso.
La grande adesione allo sciopero generale di Cgil e Uil del 29 novembre e le straordinarie manifestazioni regionali e territoriali che hanno visto in piazza oltre 500.000 lavoratrici e lavoratori, insieme a pensionate e pensionati, giovani e studenti, segnano uno spartiacque rispetto alla consapevolezza di quanto sia necessario e urgente dare una risposta collettiva alle politiche inique e sbagliate portate avanti dal governo e all’atteggiamento delle imprese che accumulano profitti, pretendendo di tenere bassi salari e diritti e non facendo investimenti.
L’Assemblea generale della Cgil ringrazia le lavoratrici e i lavoratori che, pure in un momento così difficile, hanno aderito allo sciopero; le delegate e i delegati che con il loro impegno hanno garantito la diffusione delle nostre ragioni; le pensionate, i pensionati, gli studenti e i giovani che hanno partecipato e sostenuto le iniziative di lotta; e si impegna a dare continuità al percorso di mobilitazione con l’obiettivo di cambiare un sistema economico, sociale e di impresa fondato sull’ingiustizia, sulla svalutazione del lavoro e sull’impoverimento dei tanti per garantire i privilegi di pochi.
Il forsennato attacco alla Cgil che è in atto in queste settimane su diversi media e che si concentra sul Segretario generale attraverso falsità e diffamazioni; la messa in discussione continua del diritto di sciopero garantito dalla Costituzione; il tentativo di sminuire la riuscita dello sciopero generale costituiscono un’aggressione intollerabile nei confronti di tutto il movimento delle lavoratrici e dei lavoratori che respingiamo con forza; e dimostrano una chiara volontà politica di impedire, con modalità autoritarie, la pratica democratica della partecipazione, del confronto e del conflitto sociale per cambiare lo stato delle cose.
L’Assemblea generale dà mandato alla Segreteria di definire nei prossimi giorni ulteriori momenti di mobilitazione in vista dell’approvazione della Legge di Bilancio e degli altri provvedimenti in discussione – quali il Collegato al lavoro, il correttivo al codice dei contratti pubblici, il c.d. decreto Flussi – che perseguono: la precarizzazione del lavoro, la svalorizzazione dei salari e delle pensioni, la messa in discussione dei contratti nazionali, della rappresentanza e della sicurezza nella catena degli appalti, e – in generale – dei diritti nel lavoro.
L’Assemblea generale decide la partecipazione della Cgil alla manifestazione indetta per il prossimo 14 dicembre dall’assemblea nazionale della rete No DDL Sicurezza “A pieno regime”, per chiedere il ritiro di un provvedimento che attacca le libertà personali fondamentali e l’espressione collettiva e democratica del dissenso, a partire dalla lotta contro la messa in discussione del diritto al lavoro.
L’Assemblea generale della Cgil denuncia la scelta gravissima e deliberata dell’accordo separato nel rinnovo del CCNL del pubblico impiego riguardante le funzioni centrali, di cui il governo – in quanto datore di lavoro – è direttamente responsabile, e che produrrà una riduzione inaccettabile del potere d’acquisto delle retribuzioni e un aumento del precariato.
Questo si aggiungerà agli effetti derivanti dal definanziamento e dai tagli indiscriminati decisi dall’Esecutivo su sanità, scuola, università, ricerca, previdenza, funzioni centrali ed enti locali. La Cgil sostiene la proposta di referendum avanzata dalla Funzione pubblica, insieme a Uil e Usb di categoria, per far decidere le lavoratrici e i lavoratori sul loro contratto, così come tutte le ulteriori iniziative di contrasto alla pratica degli accordi separati che la Categoria intenderà intraprendere.
Allo stesso modo, la Cgil – nel valutare positivamente i rinnovi dei CCNL già conclusi – darà pieno sostegno a tutte le iniziative delle Categorie per la conquista dei rinnovi dei contratti nazionali nelle trattative e vertenze aperte, che sono parte integrante della complessiva vertenza generale per ottenere aumenti salariali che tutelino il potere di acquisto e redistribuiscano la ricchezza verso le lavoratrici e i lavoratori, e per allargare i diritti nel lavoro, a cominciare dalle mobilitazioni già annunciate dai metalmeccanici.
La totale assenza di politiche industriali confermata anche in questa legge di bilancio – nonostante il grave processo di deindustrializzazione che da tempo sta investendo il nostro Paese, ulteriormente confermato dai recenti dati sul Pil, dal crollo della produzione industriale, dall’esplosione della cassa integrazione e dal moltiplicarsi delle crisi aziendali e di interi settori – ci impone di rilanciare, da subito e ancor di più nei prossimi mesi, le iniziative di mobilitazione e di lotta contro la chiusura di fabbriche e realtà produttive; per la difesa di tutti i posti di lavoro, ricorrendo a strumenti come il blocco dei licenziamenti e nuovi ammortizzatori che tutelino l’occupazione e garantiscano percorsi di formazione e riqualificazione; per conquistare, a livello nazionale e continentale, un piano di politiche industriali e di investimenti – anche attraverso un fondo sovrano dell’Unione europea sul modello Next Generation EU – al fine di innovare e rilanciare un modello di sviluppo fondato sulle fonti rinnovabili che – mettendo al centro l’obiettivo della piena e buona occupazione, anche attraverso la creazione diretta di lavoro (Job Guarantee) – affronti, sostenga e indirizzi la transizione digitale, energetica e ambientale del nostro sistema produttivo. Non ci può essere alcun cambiamento senza il protagonismo delle lavoratrici e dei lavoratori, e lasciando mano libera alle speculazioni finanziarie o alle logiche delle multinazionali.
La Cgil, insieme a tutte le Categorie, è impegnata a perseguire l’obiettivo di costruire un cambiamento socialmente, ambientalmente e industrialmente sostenibile, che non lasci indietro nessuna persona e nessun territorio.
E, nel giorno del diciassettesimo anniversario della strage della ThyssenKrupp di Torino, conferma come sua assoluta priorità l’impegno per garantire la salute e la sicurezza di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori e l’urgenza di fermare la strage quotidiana che continua a consumarsi nei luoghi di lavoro.
La sentenza della Corte costituzionale sulla legge Calderoli rappresenta un primo, importante risultato che conferma le ragioni della mobilitazione con cui abbiamo contrastato un disegno politico che aumenta le diseguaglianze, divide l’Italia e compromette le prospettive di coesione e di sviluppo di tutto il Paese. Nonostante il progetto di autonomia differenziata portato avanti dal Governo ne risulti colpito in maniera significativa, esso può ancora causare molti danni al nostro tessuto economico e sociale.
Per questo motivo continuiamo a sostenere la necessità di abrogare definitivamente, attraverso il referendum, l’intera legge, anche con l’obiettivo di fermare le altre controriforme istituzionali che mirano a sovvertire la Costituzione repubblicana.
L’Assemblea generale della Cgil conferma, dunque, il pieno impegno di tutta l’Organizzazione – insieme alla Uil, alle forze politiche che fanno parte del comitato referendario contro la legge Calderoli, alla rete di movimenti e associazioni, a partire dalla Via maestra – a sostegno dei 6 referendum su lavoro, cittadinanza e autonomia differenziata, per dare la possibilità a tutti i cittadini e a tutte le cittadine di cambiare queste leggi profondamente ingiuste e affermare un altro modello di società e di democrazia.
Vogliamo garantire l’unità della Repubblica, ripristinare e allargare i diritti sul lavoro, tutelare la salute e la sicurezza, conquistare una legislazione finalmente civile su immigrazione e cittadinanza. E vogliamo continuare a batterci per la Pace e per la soluzione politica e diplomatica di tutti i conflitti in corso.
Per questo esprimiamo la nostra radicale contrarietà all’aumento delle spese militari e alla conversione dell’economia europea in un’economia di guerra, come ribadiremo nei presidi territoriali che abbiamo convocato per il prossimo 10 dicembre, giornata internazionale per i diritti umani, insieme alle reti pacifiste.