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Roma, 16 ottobre – “In una fase in cui sarebbe urgente intervenire per costruire politiche industriali e di sviluppo in grado di rilanciare il sistema industriale e con esso l’occupazione e l’economia, si pensa invece a ricette sbagliate che mettono in discussione interi asset strategici, ipotizzando la privatizzazione di aziende del calibro di Poste al solo scopo di fare cassa e senza alcuno sguardo strategico, e avallando lo spacchettamento di gruppi fondamentali anche dal punto di vista infrastrutturale come Tim”. È quanto dichiarano in una nota congiunta il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo e il segretario nazionale della Slc Cgil Nicola Di Ceglie.
“In queste ore – spiega Gesmundo – rischia di consumarsi la fine ingloriosa, per i lavoratori impiegati e per il Paese, di Tim. Uno degli ultimi grandi players nazionali che potrebbe essere spazzato via dallo scorporo della rete dai servizi, frutto di un’operazione finanziaria priva di qualsiasi considerazione sullo sviluppo. Nei giorni scorsi – prosegue – abbiamo letto sui giornali indiscrezioni secondo cui il Ministero dell’Economia e delle Finanze, per recuperare risorse in vista della Legge di bilancio, starebbe pensando di vendere anche le proprie quote di Poste Italiane. Ancora una volta questo Governo intende perseguire la strada sbagliata: invece di andare a cercare i soldi dove sono, a partire dalla lotta all’evasione fiscale, l’Esecutivo annuncia un piano di privatizzazioni”.
Per Gesmundo e Di Ceglie si tratta di “un’impostazione miope che nel medio termine impoverirebbe il Paese, tanto più se a essere ceduta fosse una realtà come Poste Italiane che, oltre ad essere un asset strategico per la tenuta sociale e la coesione territoriale, è una solida realtà finanziaria che garantisce ogni anno importanti dividendi al Ministero”.
“Qualora la notizia fosse confermata – prosegue il segretario nazionale di categoria dei postali – Slc è pronta a chiamare alla mobilitazione le lavoratrici ed i lavoratori postali a difesa del ruolo pubblico di Poste. Durante la pandemia nella gestione delle vaccinazioni e, ancora, con il Progetto POLIS, progetto co-finanziato con i fondi del PNRR per agevolare lo sviluppo di servizi digitalizzati per l’amministrazione pubblica nelle zone più in difficoltà del Paese, Poste Italiane ha dimostrato di essere una risorsa preziosa per l’Italia, anche nei momenti più difficili, grazie soprattutto al controllo pubblico e ad una governance per questo stabile”.
“La nostra categoria – conclude Di Ceglie – sa bene dove portano le privatizzazioni fatte in fretta e furia, senza costrutto, solo per fare cassa. La Cgil – si legge infine nella nota – sarà al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori per impedire qualsiasi scelta che metta a repentaglio il futuro di Poste, nell’interesse dei suoi dipendenti e del Paese tutto”.