Roma, 21 ottobre - “La Cgil, insieme all’Inca, promuove oggi a Tirana un’iniziativa a sostegno della Convenzione Bilaterale di Sicurezza Sociale tra Italia e Albania. Questa iniziativa è dedicata ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori che contribuiscono al sistema fiscale e previdenziale versando regolarmente contributi e tasse, e chiedono giustamente un riconoscimento che tarda ad arrivare”. Lo afferma, in una nota, la Cgil nazionale, ricordando che “da anni si chiede una convenzione bilaterale che tuteli i lavoratori migranti tra i due Paesi assicurando il cumulo dei contributi versati e garantendo la protezione sociale a chi ha dedicato la propria vita al lavoro tra Italia e Albania. Nonostante la firma dell’accordo avvenuta nel febbraio 2024, il testo è ancora bloccato in Parlamento in attesa di ratifica”.

Per la Cgil “è intollerabile che un accordo così importante rimanga fermo nelle aule parlamentari, mentre il Governo sembra più concentrato sugli accordi per il trasferimento di migranti in Albania, piuttosto che garantire diritti fondamentali a chi lavora, versa i propri contributi e paga le tasse. I lavoratori migranti, sia italiani che albanesi, non possono continuare a essere dimenticati. Questo accordo rappresenta un passo cruciale per il riconoscimento dei diritti di chi ha contribuito allo sviluppo economico di entrambi i Paesi e chiede giustizia sociale”.

“In questi giorni - prosegue il sindacato di corso d’Italia - si parla di Albania e Italia per la sentenza che obbliga il rientro dei migranti nel nostro Paese, che ha portato a uno scontro istituzionale grave e preoccupante. Le dichiarazioni del Governo, che ha attaccato apertamente la Magistratura, destano rappresentano una pericolosa minaccia per l'indipendenza della stessa. Chi ha giurato di difendere la Costituzione e rappresentare tutti i cittadini, sta invece alimentando un clima di tensione che mina i fondamenti dello Stato di diritto, con un attacco diretto alla democrazia”.

“L’iniziativa di Tirana - aggiunge la Cgil - sarà un momento di confronto reale sui temi del lavoro, della mobilità e dei diritti sociali, con la partecipazione di diversi interventi istituzionali, di rappresentanti sindacali e della società civile. I lavoratori non possono essere lasciati indietro. Continueremo a lottare affinché il Governo - ribadisce in conclusione la Confederazione - ratifichi subito la convenzione bilaterale, per renderla attiva dal 1 gennaio 2025, così da riconoscere il prima possibile i diritti di chi lavora in Italia e in Albania”.