Roma, 12 novembre - “Il Governo e la maggioranza del Parlamento vanno avanti spediti sul collegato lavoro, negando ai sindacati qualsiasi confronto anche nell’iter parlamentare su un disegno di legge che modificherà profondamente il mondo del lavoro, peggiorando le condizioni di lavoratrici e lavoratori”. Lo afferma, in una nota, la segretaria confederale della Cgil Maria Grazia Gabrielli, che aggiunge “abbiamo consegnato alla Commissione del Senato una memoria scritta perché non ci è stata data la possibilità di essere auditi come richiesto: rifiutare il dialogo sociale è un atteggiamento grave”.

“Senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali - aggiunge la segretaria confederale - il Governo si appresta a dare il via libera anche in Senato, dopo l’ok della Camera, ad un provvedimento che non farà altro che aumentare la precarietà, i contratti brevi e il lavoro povero. L’Esecutivo continua a dire che vuole migliorare dignità e qualità del lavoro per giovani, neet, donne, ma così si peggiora la loro già difficile condizione”. Per Gabrielli “il passaggio al Senato dovrebbe servire per ripensare i contenuti del provvedimento e trovare risposte, ad esempio: per i part time involontari, per i lavoratori a termine, somministrati e stagionali, per contrastare il lavoro nero e irregolare, per i lavoratori autonomi con o senza partita Iva, per l’eliminazione dei contratti più poveri e precari”.

“Invece, il Governo va avanti con il progetto di riduzione delle tutele nel lavoro, avviato con il DL 48 2023, senza considerare le richieste di modifica arrivate da chi rappresenta milioni di lavoratrici e lavoratori. Per questo, la nostra mobilitazione prosegue e culminerà il 29 novembre con lo sciopero generale proclamato insieme alla Uil. Il mondo del lavoro - conclude la segretaria confederale - ha bisogno di una riforma radicale per costruire occupazione dignitosa, stabile, sicura e tutelata”.

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