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Roma, 12 novembre - “Come temevamo, il Consiglio dei ministri ha riaperto i termini per l’adesione al concordato preventivo biennale: la politica fiscale del Governo è una vera e propria sagra per gli evasori. Lo ha fatto il giorno dopo l’incontro a Palazzo Chigi con i sindacati sulla manovra di bilancio. È l’ennesima conferma della totale sordità del Governo alle richieste del sindacato”. Ad affermarlo il segretario confederale della Cgil Christian Ferrari.
“Ma, soprattutto - prosegue il dirigente sindacale - è l’ennesimo schiaffo alle lavoratrici e ai lavoratori, alle pensionate e ai pensionati, i quali, come abbiamo ricordato ieri, pagheranno, nel 2024, circa 17 miliardi in più di Irpef, mentre per i settori con tax gap del 70% si continua a predisporre ogni strumento possibile e immaginabile per consentirgli di continuare a evadere le tasse”.
“Si prosegue su questa strada - aggiunge Ferrari - nonostante il flop della misura in questione, che ha prodotto entrate per lo Stato di gran lunga inferiori alle attese. La ragione per cui questo accade è piuttosto semplice: aderiscono al concordato preventivo solo quanti hanno assoluta certezza che nel prossimo biennio incasseranno cifre molto superiori a quelle su cui dovranno pagare la bassissima imposta prevista da questa misura. Tutti gli altri preferiscono aspettare, avendo di fatto la sicurezza che nuove sanatorie puntualmente arriveranno e che, nel frattempo, nessuno effettuerà controlli”.
Per il segretario confederale: “Altro che i record nella lotta all’evasione rivendicati dalla Presidente del Consiglio: si incassa oggi molto meno di quanto si incasserebbe domani, e intanto si tagliano 13 miliardi di euro all’anno, per i prossimi sette anni, all’istruzione, al welfare pubblico e universalistico, a Regioni ed Enti locali, alle politiche industriali, e si definanzia il Servizio sanitario nazionale”.
“A pagare sarà sempre chi vive di reddito fisso, che dovrà garantirsi con i propri soldi i servizi che verranno meno. Solo in spesa sanitaria privata i cittadini hanno pagato, nel 2023, 46 miliardi di euro. Chi può permetterselo, chi non ne ha la possibilità rinuncia addirittura a curarsi. Questi - conclude Ferrari - sono gli effetti, molto concreti, della linea politica del Governo”.