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Roma, 10 luglio – “Poiché tutti iniziano a comprendere che la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina non rappresenta una priorità per il nostro Paese, incapace a rispondere ai tanti dubbi che emergono su questa opera la Lega di Salvini, con l’appoggio di tutto il Governo, ha trovato la soluzione: impedire alle persone di manifestare la propria contrarietà. Una concezione della democrazia sempre più preoccupante”. Così il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo commenta l’emendamento al ddl sicurezza approvato oggi dalle Commissioni Giustizia e Affari Costituzionali della Camera, che prevede un’aggravante se si manifesta per impedire la realizzazione di un'opera pubblica o di una infrastruttura strategica.
Per quanto riguarda il Ponte, il dirigente sindacale sottolinea che “le incertezze aumentano, manca un progetto definitivo, e i costi rischiano di arrivare a più di 25 mld dai 14 preventivati, tutto questo per un’opera che verrà realizzata senza gara, senza un confronto trasparente e in spregio alle normative europee”.
“Dopo aver piegato la Rai alla narrazione sovranista del governo Meloni – prosegue Gesmundo – si vuole mettere il bavaglio anche a chi vuole esprimere le proprie idee. Un ennesimo segnale della debolezza e del nervosismo di questo Esecutivo, che, consapevole degli orrori che compie, si nasconde dietro alla necessità di dare maggiore tutela alle forze dell’ordine. Forze dell’ordine che sanno bene il ruolo fondamentale e il profondo rispetto che chi manifesta, come la Cgil, ha nei loro confronti”.
Per questo “diventa fondamentale opporsi, anche attraverso i referendum sul lavoro proposti dalla Cgil e quello contro lo ‘spacca Italia’ promosso da tanti soggetti democratici. Dobbiamo dare un’unica risposta a chi ha paura della democrazia e dei pluralismi – conclude il segretario confederale – e batterli con tutti gli strumenti che la democrazia mette a disposizione per garantire libertà e dignità ai cittadini e alle cittadine di questo Paese”.