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Roma, 17 aprile - “Consapevoli delle difficoltà e delle variabili che rischiano di incidere negativamente su questa fase economica, riteniamo che il Def non sia adeguato alla fase che sta attraversando il Paese. Si sceglie ancora una politica di bilancio restrittiva programmando il rapporto deficit/pil al 2,5% nel 2026 e si programma un contributo negativo della spesa pubblica alla crescita del Pil di circa 44 miliardi in termini reali nel biennio in corso”. Ad affermarlo la vicesegretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi, oggi in audizione sul Documento di economia e finanza per il 2023, presso le Commissioni Bilancio di Senato e Camera.
Per la dirigente sindacale: “Mancano quelle risposte strutturali per limitare i prezzi e sostenere i redditi da lavoro e pensione anche per via fiscale, interventi necessari per sostenere la coesione sociale”. “Anche sul versante degli investimenti - prosegue Fracassi - non rileviamo il sostegno di risorse nazionali aggiuntive al Piano di ripresa e resilienza e ai Fondi strutturali. Inoltre, non si aggrediscono extraprofitti e profitti, mentre troppa è l’attenzione dedicata ad evitare la spirale salari-prezzi e non a contrastare quella profitti-prezzi”.
Nel dettaglio sono sei le questioni affrontate poi dalla vicesegretaria generale della Cgil, in primis l’emergenza salariale e di reddito: “Si annuncia - sottolinea - un provvedimento di riduzione del cuneo fiscale per circa tre miliardi di euro nel mese di maggio. È una richiesta della nostra organizzazione, ma per essere efficace servono due condizioni: che si arrivi al 5% del cuneo sui redditi medi e bassi e che tali interventi siano strutturali e quindi finanziati con almeno 10 miliardi da collocare in legge di bilancio e accompagnati dal meccanismo di fiscal drag”. “Per istruzione, sanità, non autosufficienza - aggiunge Fracassi - si programma una riduzione delle risorse disponibili in rapporto al Pil. Per il 2023 c’è una discesa delle risorse dello 0,3 nella sanità. Stessa fotografia per l’istruzione. Mentre per la non autosufficienza nonostante la legge delega approvata, non ci sono le risorse adeguate a sostenerla”. Altro tema riportato dalla dirigente sindacale quello della delega fiscale “si pone obiettivi, da noi non condivisi, di intervento sulle imposte personali, Iva e Ires. Invece di contrastare l'evasione si prosegue con misure che vanno nella direzione di nuovi condoni o addirittura di non punibilità penale dell’evasione”. “In merito al rinnovo dei contratti pubblici, possiamo dire in estrema sintesi che si prevedono i rinnovi senza le risorse per il biennio 2022-2024. Altra questione - prosegue Fracassi - è l’impatto sulla crescita degli investimenti del Pnrr, stimata a fine 2026 di circa 3,6% punti di Pil, però questo impatto non determina una significativa riduzione dei livelli di disoccupazione e un aumento consistente dell’occupazione. Infine, il tema previdenza. Il superamento della cosiddetta legge Fornero è ulteriormente rimandato, e anche le piccole misure (quota 103, opzione donna), da confermare per il prossimo anno, non hanno copertura sufficiente”.
“A fronte di tutto ciò il nostro giudizio non può che essere negativo. Per questo - conclude Fracassi - ci mobiliteremo, già dalle prossime settimane, con manifestazioni a Bologna, Milano e Napoli”.
→ di seguito la memoria consegnata in audizione