Roma, 17 aprile - “Purtroppo, non è emersa alcuna novità positiva dall’audizione parlamentare del Ministro Giorgetti sul Documento di Finanza pubblica. Anzi, emerge una grave sottovalutazione dei rischi che corre l’Italia”. Lo dichiara il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari.

“La revisione al ribasso del Pil non è frutto di un atteggiamento prudente, ma - aggiunge il dirigente sindacale - è frutto di 25 mesi di calo della produzione industriale e del fallimento delle politiche economiche del Governo; e la situazione non potrà che peggiorare con quanto sta accadendo a livello internazionale. La tenuta dei conti pubblici non è segno della serietà del Governo, ma conseguenza del ritorno a un’austerità selettiva tutta scaricata sui redditi fissi che, oltre alla drammatica perdita del potere d’acquisto subita a causa di un’inflazione non recuperata, hanno pagato nel 2024 circa 18 miliardi di euro di extra gettito Irpef.

Per Ferrari: “L’imminente saccheggio di Pnrr e Fondi di coesione, che il Ministro ha sostanzialmente confermato, per distribuire ancora una volta soldi a pioggia, e senza alcuna strategia, alle imprese, sottraendoli ai soggetti e ai territori più deboli, non è stata affatto concordata con le parti sociali: la Cgil è fermamente contraria a questa ipotesi. E, infine, non c’è alcuna esigenza di incrementare le spese in armamenti, visto che a livello continentale spendiamo molte più risorse della Russia, ma la corsa al riarmo è una precisa scelta politica, in parte già assunta nell’ultima Legge di Bilancio, e che vedrà ulteriori incrementi di risorse nei prossimi mesi e anni. Una decisione presa mentre si tagliano risorse alla Pubblica Amministrazione, all’Istruzione, alla Ricerca, alle Regioni e agli Enti Locali (i cui effetti li misureremo a breve, quando sarà completo il quadro delle addizionali), e mentre il Servizio sanitario nazionale, in molte realtà, non garantisce in tempi utili gli esami diagnostici nemmeno ai malati oncologici.

“Noi pensiamo che le esigenze del Paese siano ben altre: alzare i salari pubblici e privati per rilanciare la domanda interna; mettere in campo una politica industriale in grado di invertire il processo di desertificazione produttiva in corso; rafforzare un welfare pubblico e universalistico che, senza interventi - conclude il segretario confederale - rischia di implodere, negando fondamentali diritti di cittadinanza solennemente sanciti nella nostra Costituzione”.

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