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© Simona Caleo/Cgil
Roma, 15 febbraio - "Abbiamo sempre sostenuto che la militarizzazione forzata di donne e uomini decisa nel 2016, con la conseguente compressione dei loro diritti, fosse un errore. A conferma di ciò, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha riaperto il dossier sull’accorpamento del Corpo Forestale dello Stato con l’Arma dei Carabinieri. Ci auguriamo che il segnale arrivi anche al Governo". È quanto dichiara la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione a proposito della decisione della CEDU che ha dato via libera all'esame in contraddittorio di una serie di ricorsi presentati da tutti i sindacati di categoria.
"La riorganizzazione voluta otto anni fa si è rivelata un danno per le funzioni svolte dal Corpo Forestale - sostiene Ghiglione - che ha mortificato la professionalità di migliaia di lavoratrici e lavoratori senza ottenere quel risparmio che era l’obiettivo principale della riforma. Ora - spiega - la CEDU ha deciso di riunire tutti i ricorsi proposti per le violazioni subite dai forestali e di avviare il contraddittorio tra le parti. I temi sul quale si svolgerà il contraddittorio sono, tra gli altri, la possibile discriminazione subita dai lavoratori in merito all’acquisizione forzata dello status di militari, la violazione della libertà di associazione". "La Corte - aggiunge la dirigente sindacale - ha anche invitato il governo italiano a valutare la possibilità di risoluzione amichevole della questione con il riconoscimento delle violazioni e una misura risarcitoria".
"La decisione della CEDU deve essere un segnale forte anche a questo Governo - conclude Ghiglione - che sui diritti delle lavoratrici e lavoratori in divisa e sulla militarizzazione della sicurezza continua a dare segnali inquietanti".