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Roma, 21 giugno - “La Cgil esprime forte preoccupazione e profondissima contrarietà per l’ennesimo attacco di cui sono vittime le figlie e i figli delle famiglie omogenitoriali. È inaccettabile la volontà pervicace dello Stato che ora arriva a deprivare bambine e bambini di diritti riconosciuti al momento della nascita da amministrazioni illuminate e virtuose”. È quanto dichiara il responsabile dell’Ufficio Nuovi Diritti della Confederazione, Sandro Gallittu, a proposito dell’impugnazione della Procura di Padova degli atti di trascrizione di bambine e bambini con due madri.
“Una notizia che non è giunta inaspettata: era stata ampiamente annunciata, infatti, la decisione della Procura di acquisire quegli atti con quel fine esclusivo. Ma questo – sostiene il dirigente sindacale – non rende la situazione meno dolorosa e meno complicata: è inaccettabile in uno Stato laico la negazione dei diritti fondamentali di quei bambini e di quelle bambine, negazione che si scontra con i richiami della Corte Costituzionale e della Cedu che sempre sottolineano che va riconosciuto il superiore interesse del minore alla vita familiare e quindi all’assunzione di responsabilità nei suoi confronti di entrambe le figure genitoriali”.
“Che dire – chiede Gallittu – della disperazione in cui verranno gettate quelle famiglie e quei bambini che si ritrovano al punto di partenza dovendo ora ricorrere all’adozione in casi speciali con tempi e costi che quella procedura prevede? Che dire, ancora, oltre ai diritti che a quelle bambine e bambini verranno negati nella vita quotidiana, del rischio a cui li si espone nel caso in cui il genitore biologico, prima della conclusione del processo di adozione, venga meno? Non si tratta peraltro di ipotesi di scuola – spiega – ma di situazioni tristemente segnalate dalle famiglie coinvolte. Peraltro in questo caso manca perfino il fragile appiglio della sentenza della Cassazione che fa riferimento esclusivo all’ipotesi in cui ci sia il sospetto del ricorso alla gestazione per altre e altri, del tutto assente nel caso di due madri”.
“Cosa dirà questo Stato – prosegue il responsabile Ufficio Nuovi Diritti – quando quei bambini diventati adulti gli chiederanno conto dell’accanimento al quale sono stati sottoposti? Si giustificherà forse dichiarandosi incapace di leggere le relazioni affettive al di là del mero e freddo dato biologico?”
Gallittu sottolinea che “purtroppo quanto successo a Padova si incrocia sinistramente con l’avvio della discussione alla Camera della proposta di legge che vorrebbe criminalizzare la gestazione per altre e altri realizzata all’estero in Paesi nei quali è normata e gratuita. ‘Genitori, non criminali’, recitava lo slogan della manifestazione di lunedì scorso a cui abbiamo dato adesione. Ma l’intento è esattamente quello contrario: gettare uno stigma su quelle famiglie e quei bambini, perché se è vero che la legge penale non è retroattiva, è ben chiaro che quello stigma si estenderà, e si vuole che si estenda, alle bambine e ai bambini già venuti al mondo attraverso questa tecnica riproduttiva”.
“Dopo aver accantonato nel 2012 l’odiosa discriminazione di figli e figlie nati fuori dal matrimonio – conclude – il governo e la maggioranza, in uno slancio di impostazione reazionaria e integralista mirano a reintrodurre nel nostro ordinamento ‘i figli della colpa’ ai quali negare diritti in virtù del comportamento dei loro genitori”.