Roma, 7 agosto - “Siamo contrari alla riesumazione del decreto Pillon. Dopo l’affossamento del Ddl qualche anno fa, si torna ad affrontare in modo distorto il tema dell’affido dei minori. Sarebbe infatti inaccettabile veder riproposto, come avvenuto in altre legislature, un disegno di legge che, dietro il fine fittizio di soddisfare il diritto delle donne ad una maggiore libertà e degli uomini ad esercitare la genitorialità, usa i minori come strumento di punizione e vendetta nei confronti delle donne”. È quanto si legge in una nota della Cgil nazionale in seguito alle “gravissime” dichiarazioni attribuite dalla stampa al senatore e presidente della Commissione giustizia della Camera Angelo Balboni negli scorsi giorni. 
 
“La Cgil – prosegue la nota – esprime forte preoccupazione rispetto ad una posizione evidentemente ideologica tesa, a prescindere, a ‘dare più spazio ai papà’ cancellando la figura del ‘genitore collocatario’, con l’obiettivo di attaccare il preminente diritto del minore e la figura in genere più debole economicamente. Sotto la giustificazione pelosa di ‘non danneggiare le aspirazioni lavorative delle madri’ – spiega la Confederazione – si nasconde chiaramente una riedizione del progetto di legge a prima firma Pillon e si ripropone l’idea dell’utilizzo dei figli per ‘consumare vendette’, allusione che porta in sé la tristemente nota ‘pas’,  una sindrome inventata negli Stati Uniti e sempre rigettata dalle scienze psicologiche che, purtroppo, ha dato vita a decine di allontanamenti forzosi dei minori dalle madri, anche nei casi in cui queste ultime erano vittime di violenza domestica”. Inoltre “la ventilata rivisitazione dell’istituto della contribuzione economica, svela ancor più le reali intenzioni punitive dell’annunciato ddl. Ancora una volta – sottolinea la Cgil – occorre richiamare l’interesse superiore del minore che va valutato nel singolo caso e non può essere sacrificato a impostazioni ideologiche e vendicative”.
 
“Pas, bigenitorialità perfetta, annullamento del mantenimento sono gli elementi che caratterizzavano anche il precedente disegno di legge a firma Pillon che, come è noto, è rimasto lettera morta proprio grazie al grande movimento di protesta nato spontaneamente nel nostro Paese di cui il sindacato è stato attore fondamentale”.
“La Cgil è pronta a fare ancora la sua parte – si legge infine nella nota – per contrastare un progetto culturale e sostanziale che vuole le donne ridotte al silenzio nel loro ruolo di mogli/madri, per evitare che bambini e bambine diventino un'arma brandita per negare l'autodeterminazione delle donne e il contrasto della violenza domestica”.