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Roma, 1 settembre - “È di enorme e simbolica importanza, anche alla luce delle politiche punitive messe in atto dall’attuale maggioranza di governo, la Sentenza appena pronunciata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. La Cedu ha infatti condannato il nostro Paese al risarcimento dei danni e al pagamento delle spese processuali di due genitori che avevano ricorso contro una decisione dell’anagrafe e del tribunale italiani competenti per territorio: era stato infatti negato sia al padre biologico che alla madre intenzionale la possibilità di riconoscere la figlia nata all’estero da maternità surrogata”. È quanto dichiara il responsabile dell’Ufficio Nuovi Diritti della Cgil, Sandro Gallittu.
“Le ripercussioni sui diritti della minore che ha ora quattro anni, come ribadito dalla Sentenza, sono stati - sottolinea Gallittu - particolarmente gravi: trovandosi nelle condizione di apolide, infatti, le è stato negato l’accesso a diritti fondamentali quali sanità e istruzione”.
“La Sentenza oltre a far giustizia nel caso di specie, accende ancora una volta un riflettore sulle conseguenze drammatiche di un’impostazione ideologica e cinicamente indifferente rispetto alla vita reale delle persone, che finisce per scaricare sui minori quelle che - secondo quella lettura reazionaria e ideologica - sono le colpe dei genitori”, conclude il responsabile dell’Ufficio Nuovi Diritti della Cgil.