PHOTO
Roma, 20 febbraio - “In ogni territorio già coinvolto nella sperimentazione abbiamo già segnalato, dal mese di gennaio, le molteplici difficoltà e problematicità della riforma. A partire dall’introduzione del nuovo certificato medico introduttivo, che ha creato problemi sia ai medici di medicina generale che, di conseguenza, alle cittadine e ai cittadini, si è reso inesigibile un diritto, rendendo quasi impossibile l’invio della domanda stessa”. Lo afferma, in una nota, la Cgil dopo la conversione in legge del decreto Milleproroghe, nel quale si prevede l’estensione della sperimentazione della riforma della disabilità a 24 mesi e si inseriscono 11 nuove province.
Per la Confederazione: “La semplificazione amministrativa, tanto declamata, è servita solamente ad allungare i tempi e creare difficoltà alle persone. Il procedimento valutativo di base è passato completamente all’INPS, con l’intera gestione del procedimento per la valutazione di base: dal sistema informatizzato per la presentazione e la gestione delle domande, alla valutazione, all’erogazione di eventuali provvidenze economiche”.
“Come da noi più volte rilevato - sottolinea la Cgil - i diversi modelli organizzativi dell’INPS hanno mostrato subito diverse difficoltà. Per questi motivi l’Istituto avrà una fase transitoria di due anni. La dilazione dei tempi è un’azione resa necessaria a causa di una riforma che si è dimostrata totalmente sganciata dalla realtà. Il grave errore di valutazione iniziale da parte del Governo ha reso indispensabile un allungamento dei tempi, sempre a discapito delle fasce più deboli e fragili della popolazione”.
“Una riforma importante che - prosegue la Cgil - non ha avuto però alcun confronto preventivo con le parti sociali rispetto ai prevedibili problemi da affrontare come prevedere la possibilità di mantenere la doppia opzione per le domande al fine di non determinare disagi e lavorare sulla sperimentazione.
“In questi giorni si sono cercati dei capri espiatori, ma la colpa non è di chi ha scritto la riforma? Oggi troppe persone con disabilità rimarranno deluse, molte sono le famiglie che confidavano nella piena applicazione della riforma, a partire dal progetto di vita. Perché ad oggi non si è ancora nelle condizioni di parlare del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato, che è la parte del D.lgs. 62/2024 che più interessa e coinvolge le persone con disabilità. I diritti delle persone con disabilità sono stati nuovamente messi da parte, si vuole prendere tempo per non ammettere oggi i propri errori”.
“Segnaliamo - aggiunge la Confederazione - che mancano ancora alcuni decreti attuativi della riforma stessa, necessari per un iter corretto di tutta la procedura, dalla valutazione di base, al progetto di vita individuale partecipato e personalizzato.
Il Governo mentre cerca di ammaliare con buoni proposti sfila denari dalle tasche di chi ha più bisogno e nega diritti proprio alle persone più fragili”, conclude la Cgil.