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Roma, 22 febbraio - "Occorre rendere il lavoro più paritario e meno discriminante, il quadro sulla condizione delle donne è davvero preoccupante e i divari di genere nel mercato del lavoro e nel sistema previdenziale sono inaccettabili. Ma anche su questo il Governo si limita alle parole e agli spot, e se interviene lo fa per peggiorare ulteriormente la situazione, come è accaduto sulle pensioni". È quanto dichiara la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione a proposito dei dati diffusi ieri da Censis e Inps.
"Permane una forte segregazione orizzontale e verticale - spiega la dirigente sindacale - che evidenzia come le donne siano ritenute adatte a lavorare solo in alcuni settori tradizionali e non siano considerate meritevoli di rivestire posizioni di dirigenza, che sono occupate solo per il 18% da lavoratrici. Il ruolo principale che viene riconosciuto alle donne è quindi ancora quello riproduttivo a discapito di quello produttivo. Anche per questa ragione - sostiene Ghiglione - permane un forte divario retributivo, che arriva al 40% nel settore privato. In un Paese dove il lavoro delle donne possiede un minor valore può apparire normale che siano retribuite meno".
I dati evidenziano poi come "la maternità continui ad essere causa di forti discriminazioni, tanto che il tasso di occupazione ne risente enormemente e una donna su cinque rinuncia al lavoro dopo essere diventata madre". Anche per questo secondo la Cgil "è necessario introdurre il congedo paritario obbligatorio per i padri e promuovere il valore della genitorialità attraverso un forte investimento nei servizi pubblici, a partire dai servizi educativi da 0 a 6 anni. Ma i nidi vanno creati e non è sufficiente introdurre bonus".
Per quanto riguarda i divari previdenziali, questi "non si sanano se non si rende il lavoro più paritario e meno discriminante, se non si contrastano il fenomeno del part time e il lavoro precario e discontinuo. È necessario riconoscere il lavoro di cura e permettere alle donne una qualche forma di flessibilità in uscita che non le penalizzi economicamente. Anche su questo il Governo è tornato indietro - sottolinea Ghiglione - azzerando tutto e peggiorando la Fornero".
Infine, la segretaria confederale sostiene che "se i divari di genere sono amplificati anche dai divari territoriali, l'autonomia differenziata rischia di aumentarli ulteriormente".
"Conoscere i dati è importante se li utilizziamo per generare un cambiamento, altrimenti rimangono numeri. Per adesso - conclude - registriamo un fallimento da parte del Governo anche sul fronte della parità di genere".