Roma, 14 febbraio - "Ci fa piacere che il Governo si sia finalmente reso conto, dopo mesi e mesi di inerzia e allarmi inascoltati, del caro bollette. La Cgil chiede da tempo misure specifiche per combattere l'aumento dei costi dell'energia e per tutelare i cittadini e le cittadine da rincari e speculazioni, e per questo, con Spi, Filctem e Federconsumatori, ha avviato nel 2024 una campagna con incontri e centinaia di assemblee in tutta Italia per informare e assistere lavoratrici, lavoratori, pensionati e pensionate. Ora attendiamo che all'annuncio seguano fatti, possibilmente all'altezza dell'emergenza, e ci prepariamo ad una nuova tappa della mobilitazione, con un’iniziativa nazionale a Pisa il prossimo 20 febbraio". È quanto dichiara il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo.


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→ Diretta 20 febbraio ore 9:30


"Nel nostro Paese - sostiene il dirigente sindacale - si paga la bolletta più alta d'Europa e circa 2,2 milioni di famiglie sono in una condizione di povertà energetica. Dipendiamo dall'importazione di gas e siamo per questo esposti ad una speculazione giocata sulla pelle di famiglie e imprese. Queste ultime perdono competitività e l’incremento dei prezzi si traduce in meno investimenti, meno innovazione e meno crescita".

"Gas ed energia elettrica sono beni primari - ricorda Gesmundo - ma senza interventi di regolazione dei mercati e protezione degli utenti, cittadini ed imprese sono abbandonati a un sistema privo di regole e controlli. Le pratiche commerciali scorrette peggiorano la situazione, sia per gli utenti, con contratti fatti sottoscrivere con tecniche aggressive e ingannevoli, sia per i lavoratori, poiché la filiera promozionale troppo spesso, nella catena di appalti e subappalti, alimenta un lavoro povero, precario, svilente".

"Per questi motivi la nostra campagna prosegue, e ci auguriamo che gli annunci del Ministro dell'Economia si traducano in provvedimenti concreti. Quando è il mercato l’unico riferimento per le scelte politiche, quando il governo si disinteressa delle reali condizioni dei cittadini, si lascia mano libera ai più forti e si alimenta l’esclusione sociale. Noi crediamo invece - conclude Gesmundo - che ai problemi sociali si debba rispondere con tariffe sociali".

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